Un fiume di lacrime oggi a San Giovanni a Piro per salutare Domenico Giacobbe Magliano, il 16enne morto tragicamente su una strada secondaria che collega il paese alla frazione di Bosco. Rientrava da una festa di 18 anni insieme ad altri amici.
Oltre un migliaio di persone si sono riversate nella Chiesa Madre e nella Piazzetta Teodoro Gaza. Il sagrato era stracolmo, attraversato solo da un silenzio denso e lancinante interrotto da singhiozzi, abbracci, sguardi vuoti. “Perché?” ha urlato più volte la madre Antonella, come un lamento che si alzava tra la folla e scuoteva ogni coscienza.
Accanto a lei il padre di Domenico, Angelo, e la sorella Giovanna con gli altri parenti. Presenti il Sindaco Ferdinando Palazzo, il Vicesindaco Pasquale Sorrentino, autorità civili e militari, ma soprattutto centinaia di coetanei di Domenico. Gli amici, i compagni di classe del Liceo “Parmenide” di Vallo della Lucania, venuti con alcuni autobus a San Giovanni ed accompagnati da un gruppo di docenti, insieme agli studenti dell’Istituto Comprensivo “Teodoro Gaza”.
“Domenico vive”, recitava lo striscione sorretto dai suoi amici, mentre palloncini bianchi e t-shirt che ritraevano il suo volto e i colori arancio-blu scuro della contrada Paese (dove viveva con la famiglia) parlavano senza voce.
Durante l’omelia, il Vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro, Monsignor Antonio De Luca, ha detto parole che hanno trafitto: “La morte è la vera insidia del mondo. Ma Domenico ha saputo vivere la vocazione dell’amore, dell’amicizia. Ora inizia la sua nuova presenza: misteriosa, gloriosa, eterna”. Ha invitato tutti a non cedere al buio, a cercare la speranza anche in questo dolore che sembra insostenibile.
Una sua compagna di banco ha letto una lettera struggente: “Tu eri luce, il nostro collante. Continueremo a farti vivere nella gentilezza e nella purezza che ci hai insegnato”. Un altro amico lo ha ricordato come “un leone sul campo e un fratello nella vita”.
“Un ragazzo educato, dolce, rispettoso. Uno di quelli che lasciano un’impronta indelebile” sono state le parole del dirigente scolastico del “Gaza” mentre un docente del “Parmenide” ha detto: “Grazie per averci donato un capolavoro”.
Il corteo funebre ha poi accompagnato il feretro di Domenico fino al cimitero del paese. Un’onda silenziosa lo ha seguito, fino all’ultimo metro, fino all’ultimo saluto.
Vola alto, Domenico. Ragazzo buono e gentile. Il tuo banco non resterà mai vuoto.
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