Certamente è una svolta epocale quella che avviene nel Vallo di Diano (ma si può ben dire in tutto il Mezzogiorno) alla fine del Settecento, quando la classe nobiliare (quella che dominava il territorio attraverso i feudi) decade e gli succede, nella direzione della società, la classe intellettuale locale, formata da professionisti (notai, avvocati, medici) e proprietari terrieri. Alla base di tale innovazione ci sono, è noto, le idee di libertà e di progresso maturate nell’illuminismo settecentesco. E’ in questo momento che nascono, in forma embrionale, i partiti politici, nel senso che si formano, tra questi intellettuali, due schieramenti: uno conservatore e l’altro progressista. Cos’è accaduto? Gli esponenti di questa piccola borghesia di provincia, che durante i secoli erano stati tutti uniti per difendersi dall’onnipotenza del potere centrale (la monarchia) e dalla tracotanza dei baroni, nel momento in cui acquisiscono la libertà sociale e politica nonché la conduzione della società, si dividono al loro interno nei due suddetti schieramenti. Non per nulla, nella rivoluzione del 1799, che fa capo alla sfortunata Repubblica Napoletana, il Vallo di Diano diventa teatro di due schieramenti politici contrapposti, quello dei realisti e quello dei giacobini, l’uno favorevole al mantenimento dello “status quo”, e l’altro promotore di tempi nuovi.
Certamente il centro del Vallo più fedele alla monarchia fu Polla, dove agì il comandante Gerardo Curcio, detto Sciarpa, il quale, partendo dal suo paese, riuscì in breve tempo a far cadere tutte le amministrazioni comunali locali tenute dai giacobini e a ripristinare il potere monarchico dei Borboni. Ma intanto, con il suddetto avvento della “borghesia”, era già avvenuto nel Vallo di Diano (e altrove) il suddetto passaggio epocale: in linea teorica, si potrebbe dire che finiva il Medioevo (fino a tutto il Settecento, ad esempio, la conduzione amministrativa dei Comuni era stata simile a quella medievale) e cominciava l’epoca moderna.
– Arturo Didier –
FONTE: “Storia del Vallo di Diano”, vol. 3, tomo I, Salerno 1985
Finiva il Medioevo? Cominciava l’epoca moderna? Quando è cominciata se è cominciata?