Sono solo gli ultimi casi di suicidio registrati in questa parte della provincia salernitana, una zona “apparentemente” tranquilla, “isola felice” e olograficamente agiata.
Due suicidi in due comuni confinanti del Vallo di Diano: Teggiano e San Rufo. Ultimi di una lunga, lunghissima serie.
Da anni, ormai, si assiste, inermi e forse anche impassibili a questa mattanza. Di chi è la colpa? Di tutti o forse di nessuno.
E’ vero, il suicidio è da sempre concepito come una rapida soluzione a tutti i problemi che affliggono l’ esistenza. È una pratica molto diffusa sin dall’inizio dell’umanità , su cui tante parole sono state spese e su cui, evidentemente, è difficile intervenire.
Quali le cause?
Probabilmente sono tante e diverse, l’una dall’altra.
Si muore per indifferenza, per mancanza di aiuti, forse anche per amore, per tristezza, per rabbia, per paura, per noia. Sicuramente perché si è soli.
E soli si può essere anche stando in mezzo alla gente, in mezzo al frastuono, in mezzo al casino.
A chi rivolgersi in casi come questi?
Nessuno lo sa. Telefono amico, il vicino di casa, tuo padre, tua madre, la Chiesa, l’amico.
Qualcosa non va.
O forse sono tante le cose che non vanno.
Quando uno decide di togliersi la vita è una sconfitta per tutti. Per la scuola, la società, per famiglia, per la fede, per l’essenza stessa della vita. Non si può morire così, non è giusto morire così.
La media di suicidi, da queste parti (Vallo di Diano), è elevatissima.
Qualcosa dev’esser fatta. Qualcosa si dovrà fare.
Una volta, trent’anni fa, o forse quaranta, i medici parlavano di più con i loro assistiti, i preti andavano nelle case a bere un bicchiere di vino con i loro parrocchiani, i motivi per incontrarsi erano tanti. Ora non ci si incontra più.
Si è a contatto con il mondo, ma sempre da soli.
Anche i medici sono cambiati. Anche i preti sono cambiati. Servizi sociali? Manco a parlarne! Globalizzati e contenti? Macchè!
Certo, anche trenta o quarant’anni fa, ogni tanto, si veniva a sapere che qualcuno si era tolto la vita. Diventava oggetto di discussione per serate intere intorno al fuoco in tutte le famiglie.
Ora manco ci si ferma un attimo per riflettere. Neanche un battito d’ali. Si è velocizzato anche il dolore. Si guarda avanti, si corre e si sgomita.
No, qualcosa proprio non va.
– Rocco Colombo – ondanews.it –