
Negli anni successivi, sono state, tuttavia, diverse le inchieste di carattere ambientale che si sono intrecciate ed hanno interessato, tra le altre, diverse aree della regione Campania.
Alle più note “Re Mida” e “Cassiopea” si è aggiunta, di recente, l’operazione “Giro d’Italia”.
Mentre nel Vallo di Diano, nel 2007, scoppiava il caso “Chernobyl”…
- Ecco quanto riportato dal giornale on line Giornalettismo.com il 5 marzo del 2010:
“Come Gomorra anche Cassiopea è una triste metafora dei nostri tempi. E’ stato il nome dato alla prima grande inchiesta sulle eco-mafie. Quasi un centinaio d’imputati accusati di gravi reati contro l’ambiente. Dopo anni di ritardi e rinvii oggi, oramai, incombe la prescrizione.
Sono passati ormai 7 anni dal giorno in cui il Pubblico ministero, Donato Ceglie ha chiesto il rinvio a giudizio per ben 98 imputati. Tra questi, in particolare, assumono rilievo le figure di Luigi Cardiello, imprenditore salernitano trapiantato in Versilia, arrestato poi nell’ambito dell’inchiesta “Re Mida” condotta dalla Procura di Napoli.
La stampa ha cominciato a seguire con sempre minor interesse le sorti di questo processo. Il Pm Ceglie ha sbottato: “se non arriveremo al terzo grado di giudizio entro il 2013 il processo sarà cancellato con un colpo di spugna e cadranno così i reati più gravi”
- Il quotidiano Repubblica il 28 aprile 2010 titolava, invece:
“Viareggio, Prendeva i rifiuti di Pioppogatto e li trasformava, solo sulla carta, in compost. Per questo Luigi Cardiello, l’imprenditore che si vantava di trasforma la spazzatura in oro, è stato arrestato di nuovo. L’accusa è traffico illecito di rifiuti, la stessa che lo portò in carcere nel 2003, nell’ambito dell’operazione “Re Mida” .
Nel 2003, l’ordine di arresto venne emesso dalla Procura di Napoli.
Questa volta, per l’operazione “Giro d’Italia”, l’ordine arriva dalla Procura di Viterbo, ma accuse e reati sono pressoché gli stessi. Secondo l’accusa, anche in questa occasione, Cardiello (arrestato l’altra notte in provincia di Salerno) sarebbe l’intermediario del traffico illecito dei rifiuti: avrebbe trovato i produttori di spazzatura: avrebbe trovato un impianto di Ancona disposto a trattare i rifiuti solo sulla carta: a farli entrare inquinanti e a farli uscire riciclati, a declassificarli, insomma, attraverso un giro di false bolle e certificazioni.”
- Su AntiMafia Duemila il 19 settembre 2011 si leggeva:
“Novantasette imputati prescritti”. E’ questo il bilancio finale dell’inchiesta “Cassiopea”, che nel 2003 portò alla luce i traffici di rifiuti pericolosi che dalle industrie di tutta Italia finivano, tra le altre, nelle campagne del casertano, dove i fusti tossici venivano poi sotterrati. Con il “non luogo a procedere” si è consumato l’ultimo scandalo della giustizia italiana, così nessuno saprà la verità su quanto avvenuto tra il 1999 e il 2000. Il tutto è stato archiviato”
- Per chiudere con quanto riportato sul sito internet tusciaweb.eu il 15 marzo 2012
“Oltre trent’anni di carcere chiesti, nel complesso, per 14 imputati”.
“Giro d’Italia” arriva all’epilogo. Il più grande processo sul traffico illecito di rifiuti a Viterbo è ufficialmente entrato nella fase finale. Il processo, durato due anni, è scaturito dalla maxiinchiesta del 2005 “Giro d’Italia – Ultima tappa Viterbo”…
– Sono in tanti a chiedersi “ma queste inchieste hanno un fondamento di verità o si tratta di invenzioni giornalistiche”?
– E se sono invenzioni giornalistiche, perché non si è mai provveduto a smentirle?
– E se, invece, hanno un fondamento di verità, quale soluzione è stata presa per bonificare i terreni dove sarebbero stati sversati i rifiuti?
Qual è la situazione nel Vallo di Diano?
– Cono D’Elia – ondanews –