Intervista a Manuela Zambrano, Commissario straordinario ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) Salerno
- D. – Dott.ssa Zambrano, com’ĆØ a Suo parere la situazione attuale nel Cilento e Vallo di Diano riguardo il fenomeno del randagismo e dell’abbandono?
R. – “La situazione del randagismo in queste zone ĆØ davvero drammatica. Il territorio di cui parliamo ĆØ in larga parte agricolo e di difficile gestione perchĆ© gli animali possono celarsi alla vista ed al controllo ovunque. Ai cani propriamente randagi si somma anche parte dei cani padronali, che sono tenuti in libertĆ , senza controllo sanitario nĆ© sterilizzazione. Tutto ciò genera una popolazione di cani non quantificabile, che procrea a ritmo continuo ed i cui individui sono esposti a malattie, investimenti, maltrattamenti”
- D. – Secondo Lei le pratiche della microchippatura e della sterilizzazione sono ancora poco praticate? E se sƬ, perchĆØ?
R. – “Troppa ignoranza, uso intenzionalmente un termine molto forte, perchĆ© chi ama gli animali e vuole rispettarli non può non praticare la microchippatura e la sterilizzazione.
Innanzitutto vorrei chiarire che la microchippatura ĆØ lāinserimento sotto cute di una micro-barretta metallica a cui corrisponde un codice numerico che può essere rilavato con un lettore. Tale codice ĆØ collegato al nome ed ai contatti del proprietario dellāanimale. Un cane non microchippato non ha legalmente un padrone per cui, qualora egli si allontanasse dallāabitazione, sarebbe a tutti gli effetti un randagio. Inoltre chippare il proprio cane ĆØ un obbligo, e la mancata chippatura espone ad elevate multe.
La sterilizzazione ĆØ un atto di responsabilitĆ che consente di impedire la nascita di nuovi randagi, esposti alla precarietĆ della condizione del cane nella nostra societĆ . Noi consigliamo la sterilizzazione prima del primo calore, il che garantisce inoltre una diminuzione dei tumori a cui sono esposti gli animali in etĆ avanzata. Ricordo che, in fase di adozione di un cane randagio, le ASL possono provvedere a sterilizzare gratuitamente lāanimale”
- D. – A quanto possono servire i canili per arginare il problema?
R. – “Un cane in canile ĆØ sempre e comunque un cane in gabbia, per quanto amorevole ed adeguata possa essere la sua gestione. Quindi la detenzione, perchĆ© di ciò si tratta, dovrebbe essere unāextrema ratio per un cane morsicatore o malato. Inoltre i canili possono essere anche un importante business: ricordo le gravi e forti polemiche sul noto ācanile di Ciceraleā, rimasto nella memoria degli animalisti di tutta Italia, ed il relativo processo penale in corso. Questi luoghi di accoglimento richiedono un serio ed ininterrotto controllo delle condizioni dei cani e delle spese che le amministrazioni comunali devono affrontare per la loro gestione”
- D. – Secondo Lei i comuni stanno facendo abbastanza? Quale potrebbe essere un provvedimento urgente e necessario da adottare?
R. – “Il fenomeno del randagismo e la gravitĆ in cui versa il territorio del Cilento e del Vallo di Diano ĆØ in parte da ascriversi alla inefficienza degli amministratori locali che per anni non hanno preso coscienza del problema e non hanno rispettato le responsabilitĆ che la legge da loro sullāargomento.
Come Enpa Salerno stiamo scrivendo ai sindaci della provincia rendendoci disponibili a collaborare con loro, in forma gratuita, per consentire una conclusione dellāemergenza randagismo con due proposte concrete: una e’ consentire la sterilizzazione e la riammissione sul territorio dei cani randagi catturati e sterilizzati;
inoltre, controllare la condizione di vita dei cani randagi ospitati nei rifugi convenzionati, per la cui gestione i comuni stanziano fondi. Per entrambe le proposte siamo disponibili alla collaborazione, ma finora dai sindaci non abbiamo avuto nessun riscontro positivo nĆ© disponibilitĆ . Ci chiediamo come mai. Quanto detto non ĆØ messo in relazione allāamore nei confronti degli animali ma al rispetto delle responsabilitĆ che gli amministratori locali hanno nei confronti dei loro concittadini”
- D. -Tramite i volontari molti cani del Vallo di Diano vengono adottati al Nord. Cosa ne pensa?
R. – “Penso che sulla gestione degli animali randagi il Nord sia virtuoso rispetto al Sud. Se le adozioni sono effettuate con controlli pre e post-affido, se i cani vengono condotti al Nord nel rispetto della normativa, ritengo che ciò sia accettabile. Ma bisogna ricordare che questo ĆØ solo un palliativo per i problemi che lāinefficienza e lāirresponsabilitĆ hanno creato e continuano a creare nei nostri territori.
Ci auguriamo che gli amministratori locali colgano lāoccasione della nostra disponibilitĆ per affrontare radicalmente e risolutivamente il problema.
Mi lasci solo aggiungere che abbiamo bisogno di volontari, in particolare dalle zone del Cilento e del Vallo di Diano, per portare avanti progetti di tutela degli animali. Questo ĆØ un invito alla cittadinanza ad unirsi a noi nella gestione delle emergenze di cui abbiamo parlato”.
– Claudia Monaco –