– Lettera alla redazione – di Antonio Manzione
In un territorio, il Vallo di Diano, dove ogni storia comunale ha qualcosa da dire, dove sono finite le idee che hanno fatto la storia e la ricchezza di questi luoghi?
Basta scorrere le pagine del Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano-Pietro Laveglia per leggere, scoprire ed assaporare la cultura, la storia, la socialità e quindi l’importanza che ha contraddistinto i nostri paesi del Vallo di Diano, a partire dalla loro origine. E questo patrimonio, di arte, cultura ed umanità sta là nel dimenticatoio, scoperto ed apprezzato spesse volte solamente dai vari studiosi di storia locale presenti nel tempo in ogni Comune. Sembra quasi che il passato voglia darci una mano a superare il momento storico, mentre noi tutti stiamo a guardarci senza vedere, adagiati nella cultura dell’attesa (tanto qualcuno farà per noi), senza idee, senza prospettive, senza dialogo, e…senza storia.
La disfatta culturale che si è accentuata negli ultimi anni a partire dagli anni “80, ha portato il cittadino del Vallo di Diano nella totale mediocrità e nell’incapacità di fare scelte di programma, di investire, di crescere, di tutela del proprio habitat, erodendo solamente le poche risorse frutto dei sacrifici di un passato recente.
Il territorio è stato lasciato alla giornata ed amministrato da una politica spesso spicciola, vissuta all’ombra del potentato di turno, fuori dalle logiche dello stesso territorio. Ma dove sono finite le idee…oggi più che mai, le uniche in grado di svegliarci dal torpore e generare economia, mentre siamo presi dalla voglia di imitare i consumi vistosi senza averne le risorse, anche nei fenomeni di devianza sociale.
Ma dove sono finite le idee?Come ha lasciato intendere anche il Vescovo Mons. De Luca, nell’intervista pubblicata su Ondanews il 27 giugno; mentre intanto continuiamo ad attendere.
Antonio Manzione