Sesto appuntamento con le interviste ai giornalisti del territorio.
A finire sotto la “lente d’ingrandimento” è, questa volta, Antonio Sica, direttore responsabile dell’emittente Uno tv.
Tra le sue esperienze e collaborazioni rientrano quelle con Tv Oggi Salerno, Italia 2 Tv, “La Città” di Salerno e Radio “Monteradio”
- Quando e come è iniziata la tua carriera giornalistica?
“Nel 2004 ho partecipato ad un corso di giornalismo organizzato da Italia 2 Tv. Inizialmente ero principalmente interessato ad imparare a strutturare un articolo per la carta stampata, anche se poi le cose sono andate diversamente”
- Quali le tue considerazioni in merito al panorama giornalistico valdianese?
“Va detto che anche per i giornalisti più preparati, e sono diversi nel Vallo di Diano, non è semplice praticare questa professione.
Diventa quasi impossibile trasformarlo in un lavoro come altri, con un ritorno economico perlomeno dignitoso. Sulla “libertà” di stampa o indipendenza delle varie testate giornalistiche, direi che non è diverso dal resto del “sistema” Italia.
Tutti gli editori perseguono i loro profitti, che possono essere economici o di immagine. Come dappertutto sono inevitabili pressioni e discussioni tra editori e giornalisti, ma credo che all’interno di questo sistema, il giornalista valido può riuscire comunque a fare ottima informazione.
Certo, tutto è transitorio, una volta forse l’immagine di una testata si legava indissolubilmente al direttore o ai giornalisti, oggi non è più così. Il che è anche positivo e stimolante, tutto sommato, perché voltare pagina ti fa capire quanto vale il tuo lavoro.
Gli editori e le testate in genere restano, i giornalisti passano, ma il pubblico sa valutare le differenze. Quello che manca totalmente nel Vallo è il giornalismo d’inchiesta.
Forse si avvicina il giorno nel quale si riuscirà a mettere in campo un progetto editoriale nato e gestito da giornalisti, ma al momento resta un’utopia. Certo chi pensa di fare il giornalista “timbrando il cartellino”, ha sbagliato mestiere.
Bisogna sudarsi ogni conquista, e sapere che in questo lavoro non esistono orari e non si stacca mai la spina. Nel giornalismo valdianese ogni anno ci sono diverse new entry (forse troppe), ma pochi sono quelli che resistono a lungo termine.
Chi “resiste” secondo me merita rispetto, perché è evidente che la passione per “la notizia” è più forte di tutto il resto”
Cosa pensi, invece, del contesto politico-amministrativo locale?
“La politica del Vallo rispecchia schemi superati, anche se ci sono alcuni amministratori capaci. Ma manca la progettualità ad ampio respiro e una vera unità d’intenti, e nonostante le parole, il Comune Città Vallo di Diano resta un’utopia. Senza una voce unica e forte oggi non ti ascolta nessuno, ma la politica locale trova raramente compattezza, ed è poco propositiva.
In più i nostri amministratori solo raramente accettano di confrontarsi serenamente su problemi di interesse comune. Non sono abituati al contraddittorio, ma ai monologhi. Ci sono, ovviamente, le eccezioni”
- Da diversi mesi sei direttore di un’emittente locale. Cos’è cambiato nella tua attività e quali sono i pro e i contro nel rivestire tale carica?
“E’ cambiato molto. L’esperienza a Italia 2 Tv è stata importantissima a livello formativo, mi ha dato le basi per poter svolgere questa professione.
Fondamentale considero però anche l’esperienza successiva, fatta per diversi anni come free-lance. Una bella sfida, che per fortuna ho affrontato con un collega valido e preparato come Gianfranco Stabile.
Quella di Uno Tv, e della direzione di Uno News, è un’esperienza se vogliamo ancora più impegnativa.
Dare visibilità a una nuova emittente, riuscire a guadagnarsi la fiducia del pubblico, acquisire credibilità nei propri spazi informativi. E’ un processo lungo e complesso, anche perché ti confronti con emittenti che hanno fatto la storia del territorio.
Solo il lavoro quotidiano, certosino e paziente può portare risultati, e a dire la verità sono molto soddisfatto per come i telespettatori e gli internauti seguono le nostre news. Mi considero molto fortunato, per la fiducia che gli editori mi hanno concesso e per aver potuto confrontarmi anche con questa sfida. Ovviamente è stato possibile conseguire certi risultati solo grazie ai validissimi collaboratori (giornalisti e tecnici) che nel corso del tempo hanno collaborato e/o collaborano tutt’ora con Uno Tv”
- Qual è la notizia o l’argomento che sei stato più orgoglioso di dare o approfondire?
“Per fare un esempio recente, con il tecnico Williams Lamattina abbiamo raccontato in presa diretta la grave alluvione di San Gregorio Magno.
Ci siamo trovati proprio nel mezzo della seconda ondata d’acqua, fango e massi scaricata dai valloni, siamo rimasti isolati al freddo e al buio per diverse ore, rischiando di perdere l’auto trascinata dall’acqua che aveva invaso la provinciale.
Insomma davvero momenti di tensione, ma alla fine abbiamo potuto documentare in “presa diretta” quello che era successo. Poi ci sono diversi argomenti di carattere sociale sollevati in questi anni ai quali tengo molto. La più grande soddisfazione di questo lavoro è riuscire ad incidere realmente e positivamente nella vita dei cittadini, sollevando questioni di interesse comune”
- Quale, invece, il tema che ti è maggiormente “pesato” affrontare o che avresti volentieri evitato?
“Quando devi recarti sul luogo di una tragedia, dove ci sono familiari e amici della vittima devastati dal dolore, ti sembra di invadere la sacralità del lutto appena subito.
Ovviamente è nostro dovere informare, ma in questi casi cerco sempre di essere meno invasivo possibile nella ricerca di notizie. Resta comunque a lungo una sensazione profonda di malessere”
- E la gaffe commessa o sfiorata?
“Un classico in televisione è uscire in esterni per un servizio importante e magari registrare mezz’ora di materiale senza che il microfono sia acceso, ritrovandosi poi quando si torna in redazione con un pugno di mosche in mano.
Al di là della rabbia per l’impossibilità di raccontare l’evento, resta anche la mortificazione nei confronti delle persone intervistate che (puntualmente) guarderanno il telegiornale. A me è capitato un paio di volte e…non è stato per niente piacevole!”
- Chi è il/la giornalista più bravo/a del Vallo di Diano?
“Sono diversi i colleghi/e che stimo nel Vallo di Diano e nel vicino Golfo di Policastro, ma ovviamente non posso citarli tutti.
Una citazione in particolare voglio farla a Pino D’Elia, che tra l’altro credo sia anche l’unico giornalista professionista che opera h24 nel Vallo. Mi piace il suo stile, mai sopra le righe, un esempio per preparazione e correttezza.
Detto questo, c’è chi ha già lasciato un segno profondo, con la sua attività pluri-decennale in questo territorio.
Penso ad esempio alla classe di Giuseppe Lapadula, alla cultura di Geppino D’Amico, al fiuto per la notizia di Rocco Colombo. Io e la maggior parte dei colleghi della mia generazione abbiamo ancora molta strada da fare in questo senso, per arrivare un giorno a dire “siamo stati bravi”.
Tra i colleghi più “attivi”, un ottimo esempio di qualità e quantità è Lorenzo Peluso, che spazia a 360° tra carta stampata, emittenti televisive, radio e web tv.
Lorenzo, glielo dico sempre, dimostra che si può svolgere al meglio questo lavoro, rinunciando alle cose superflue (come le ore di sonno!).
Tornando alla mancanza di giornalismo d’inchiesta, voglio invece citare Salvatore Medici ed Elia Rinaldi, del cui apporto, secondo me, l’informazione nel Vallo sente molto la mancanza.
Anche se in questo momento sono impegnati altrove o in altre attività, ho sempre ammirato la loro professionalità ed il loro rigore, la loro capacità di documentarsi e scavare in profondità, gli spunti spesso inediti e originali.
Tra le nuove “leve” mi piace molto l’approccio di Luigi Pastore.
Entrato in punta di piedi nel mondo dell’informazione un paio di anni fa, ha dimostrato di avere notevoli capacità unite a intraprendenza, istinto e passione civica, che l’hanno portato tra le altre cose a realizzare una bellissima inchiesta su Francesco Mastrogiovanni, quando ancora della vicenda non ne parlava nessuno.
Approfitto per fare i miei più affettuosi auguri a 3 bravissime colleghe: Annavelia Salerno, diventata da pochissimo mamma del bellissimo Samuele, ed Angela Freda e Daria Scarpitta, attualmente “in dolce attesa”.
Insieme un segnale di speranza e la dimostrazione che attraverso la professionalità si può conciliare lavoro e famiglia anche in questo settore, così complicato e competitivo”.
– Cono D’Elia – ondanews.it –