
Il gruppo funziona su tre semplici regole:
1. I membri devono aver un legame con Polla, basta anche lāinteresse per il paese. I membri, dunque, non devono per forza essere residenti a Polla.
2. I responsabili dei profili iscritti devono essere identificabili (si devono indicare nome e cognome).
3. Niente spam, niente pubblicitĆ , niente attacchi personali.
Sul gruppo vengono quotidianamente pubblicate tutte le notizie che riguardano Polla. Oltre alle notizie vengono pubblicati regolarmente anche altri contenuti che riguardano il paese: fotografie, informazioni e opinioni personali. I contenuti sono pubblicati spontaneamente da tutti i membri e dagli amministratori.
Per saperne di più sul gruppo Polla, abbiamo intervistato uno degli amministratori, Carlo Panzella, per farci raccontare la sua esperienza relativa alla gestione del gruppo Polla.
- D. – Carlo, comāĆØ nata lāidea di creare il gruppo Polla? Con quali obiettivi?
R. – “Il gruppo fu un’idea di Raffaele Criscuolo, anche lui amministratore, e all’inizio era pensato semplicemente per far crescere la notorietĆ di Polla sfruttando le potenzialitĆ di Facebook e creare una piccola comunitĆ di Pollesi āsocialā. Sbagliavamo ovviamente, lo intendevamo come una Pagina Fan, ma eravamo agli albori di Facebook e ancora non conoscevamo bene il mezzo. Per questo poi negli anni l’abbiamo trasformato in un’agorĆ virtuale dove tutti i membri potessero discutere e tenersi informati sulle vicende di interesse per il paese e il territorio”.
- D. – Ci racconti qualche esperienza che ti ha colpito particolarmente nella gestione del gruppo Polla?
R. – “Di episodi ce ne sono tanti. Un esempio ĆØ l’equivoco che il nome Polla crea con i madrelingua spagnoli, di cui anche tu hai scritto, e per il quale riceviamo numerose iscrizioni soprattutto dal Sud America e che ovviamente rigettiamo. Poi più di una volta ho ricevuto attacchi con messaggi privati per alcuni post, vorrei per questo cogliere l’occasione per dire che quello che pubblico nel gruppo Polla sono dei link (collegamenti a siti con articoli, immagini e/o altro) e che quello che si legge non lo scrivo io, faccio solo da āpostinoā: consegno quello che Google mi segnala ogni giorno. Comunque quello che più mi colpisce ĆØ la proattivitĆ di tutti i membri e il fatto che ogni giorno cresciamo, vuol dire che il gruppo funziona e che qualcosa di interessante si sta costruendo”.
D. – Quali sono secondo te i punti di forza del gruppo Polla? Quali invece i rischi?
R. – “I punti di forza sono il costante aggiornamento dei contenuti, l’alto livello di coinvolgimento (engagement tecnicamente) degli iscritti: la gran parte legge tutti i post e numerosi commentano, utilizzano i like e spesso condividono. Inoltre, in linea con il trend italiano, i post più seguiti riguardano l’attualitĆ e la politica (all’estero sui social di solito si parla molto più di musica e cinema), questo ĆØ un bene perchĆ© si evidenzia una coscienza sociale, in senso lato, ben sviluppata. Spesso le discussioni su queste tematiche si sono rivelate cosƬ interessanti da diventare anche fonti di notizia per diversi media locali, questo prova che ciò che si dice nel gruppo non ĆØ quasi mai banale, ma anzi, di interesse e generatore di opinioni e analisi. Il rischio, visti i temi trattati, ĆØ che spesso si possa scivolare su attacchi personali, ma i casi sono molto rari e noi amministratori siamo attenti a fare da filtro. Infine, mi piace sottolineare che il gruppo non ha etĆ , infatti, non c’ĆØ una fascia d’etĆ predominante, i contributi al gruppo arrivano da iscritti dai 13 anni fino agli over 65″.
- D. ComāĆØ stato accolto dai Pollesi questo gruppo?
R. – “Spero bene. E’ uno spazio a disposizione di tutti e tutti possono interagire per migliorarlo. E’ un po’ lo specchio del paese, ci si vede e ci si legge quello che noi Pollesi stessi produciamo. So per certo che ha dato vita a tante discussioni e spunti di confronto, quindi, nel bene o nel male, credo che dai Pollesi sia ritenuto una buona fonte di informazione ānon ufficialeā e, per quanto possibile, un punto di riferimento dell’opinione pubblica”.
- D. Cosa può rappresentare, in prospettiva futura, il gruppo Polla per il paese?
R. – “Un gruppo su Facebook ha dei recinti ben delimitati. Quindi credo che questo dedicato a Polla resterĆ quello che giĆ ĆØ, una piazza virtuale. Ma, in prospettiva, credo che avrĆ un ruolo fondamentale, quello di raccontare l’identitĆ pollese. Il gruppo ĆØ molto legato alle tradizioni e ai luoghi storici, ricordarli e parlarne sul social network aiuterĆ di certo a conservare i valori del nostro paese e a tramandarli alle future generazioni. SarĆ importantissimo riuscirci, perchĆ© credo che tra qualche anno gli iscritti saranno superiori ai residenti perchĆ© la piazza virtuale, a differenza del paese, non risentirĆ dell’emigrazione, anzi, ne beneficerĆ ”.
- D. – Pensi che il gruppo Polla contribuisca a svuotare le piazze o ĆØ una via per ripopolarle?
R. – “Non credo ci sia un nesso cosƬ immediato. Di sicuro Facebook ĆØ uno strumento che può essere utilizzato per creare aggregazione e, perchĆ© no, portare gente in piazza o in altri luoghi. Ma la differenza la fa sempre la qualitĆ delle iniziative che nel gruppo vengono proposte. Chi scrive lo fa a ben 1000 iscritti, quindi, se propone qualcosa di interessante di sicuro una piazza Pollese riesce a riempirla. Svuotarle? Non credo che da solo Facebook sia capace di tanto, può essere un fattore, ma molto relativo”.
- D. – Stare a Milano, a mille chilometri da Polla, ti permette di seguire in maniera adeguata il gruppo?
R. – “Tecnicamente non ĆØ un problema, anzi, ĆØ proprio questo il vantaggio della rete, poter rimaner connessi anche a distanza. Prova ne ĆØ il fatto che tra gli iscritti al gruppo molti dei più attivi vivono lontano, spesso anche all’estero. Per quanto riguarda i contenuti, ormai, il gruppo ha vita propria e sono gli stessi iscritti spesso a postare notizie o altre segnalazioni. Inoltre, il fatto che non viva il quotidiano di Polla mi aiuta a fare da moderatore in modo imparziale, o almeno ĆØ questo il mio intento/dovere. Ci sono poi dei momenti nell’anno in cui il gruppo ha dei cali fisiologici di attenzione e coinvolgimento, quindi tocca lavorarci un po’ di più, āstuzzicandoā e āprovocandoā gli iscritti, a volte anche a mio discapito. In questi casi allora c’ĆØ bisogno di più tempo e la distanza non aiuta, ma lo faccio con piacere se serve a creare confronto e scambio di idee”.
– Fabrizio Carucci – ondanews –