Erba cresciuta senza controllo, immondizia, locali distrutti. E’ quello che rimane di ciò che una volta era conosciuto come il parco giochi del Centro Sportivo Meridionale di San Rufo.
E’ proprio lì che è cresciuta la generazione degli anni ’80. Tutte le domeniche il parco si riempiva di famiglie e diventava luogo d’incontro di grandi e piccini con le sue altalene, la piscina, gli spazi per il basket, il campo di bocce e altri giochi di ogni genere. Poi, dopo i primi anni del 2000, la lenta decadenza fino ad arrivare al totale degrado.
Le foto che giungono alla nostra redazione mostrano uno scenario da far accapponare la pelle soprattutto a chi ha vissuto appieno quei luoghi.
Dei locali della “Masseria“, all’epoca punto di riferimento della gastronomia locale, rimane ben poco: è tutto stato distrutto, sicuramente dalla mano di qualche gruppo di vandali. Per non parlare poi della piscina, piena di erbacce, bidoni arrugginiti (abbandonati lì da anni) e spazzatura di ogni genere, e dei giochi per i bambini ormai irriconoscibili.
Il degrado che viene mostrato nelle immagini fa nascere nei tanti valdianesi, che hanno vissuto il periodo d’oro del Centro Sportivo Meridionale, uno stato di malinconia e tristezza. Ma quella che prevale è la rabbia, la collera nel vedere abbandonata a sé stessa una struttura pubblica costata miliardi di vecchie lire e che oggi sarebbe potuta essere fiore all’occhiello, un punto d’incontro unico, del Vallo di Diano.
– Paola Federico –
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Non sono daccordo su tutto quello che è stato scritto.tutti abbiamo visto e vissuto i tempi belli.ma noi, la comunità, i cittadini, non abbiamo saputo conservare quanto ci è stato fatto. È vero ci sono voluti tanti soldi x costruire ….ma chi ha pensato x il bene comune? Facciamoci anche delle domande? Lo stato sismo noi.!
Peccato poteva essere il riscatto per questa terra amara ma l ingordigia e l ingnoranza hanno avuto ragione sul tutto .Resta l amarezza e la costatazione che qua nel profondo sud l ignoranza regna incontrastata ancora peccato che occasione perduta bisogna rassegnarsi a tutto ciò?
Ecco spiegata una delle tante cause del debito pubblico: somme ingentissime di denaro pubblico utilizzate per vere e proprie cattedrali nel deserto che, salvo poche eccezioni, non producono benessere per le comunita’ locali, ma solo sprechi e cementificazione selvaggia, in nome di uno sviluppo miope e dopato. Alla faccia di coloro che sostengono, senza alcuna argomentazione a riguardo, sulle qualita’ e capacita’ amministrative dei politici della 1^ repubblica, ritenendo che alcuni politici attuali (5*****) non sono nemmeno in grado di amministrare un condominio
Cari concittadini del Vallo di Diano se pensiamo che il centro sportivo meridionale nei suoi locali ha ospitato sedi di enti intercomunale dove tutti i politici e amministratori hanno girato la testa difronte a tale scempio degrado e sperpero di denaro di tutti la rabbia è ancora maggiore.
Che vergogna
Meditate Amministratori! Meditate su questo abbandono e sul degrado.
Promuovere il territorio partendo da questo scempio, è la dimostrazione della vostra capacità di quanto siete lungimiranti. Questo è lo specchio del degrado umano, della regressione amministrativa e politica, del vostro spendervi per il territorio.
Quando le Istituzioni sono assenti, o non danno risposte adeguate, la credibilità viene meno….e poi sostenete di tenere al territorio!
Queste immagini dovrebbero scuotere le vostre coscienze, aprire gli occhi su quella che è la realtà dei posti, e farvi riflettere che queste immagini non sono solo il risultato di vandali, ma sono anche il risultato del fallimento di una politica assente.
Meditate!
Meditiamo!
Perché qualcuno che sta in alto non provvede a sistemare tutto come prima, in modo che i nostri bambini possono distrarsi un po’ con.tutto quello spazio come
UnavoltA
La vergogna a cielo aperto, il fallimento dei nostri amministratori, trent’anni fa era il nostro orgoglio, adesso la nostra disfatta di un Vallo che ormai è allo sfacelo più totale, dove il Centro Sportivo è l’immagine che ne descrive a pieno un territorio incapace di rialzarsi dal proprio declino.
Squallido esempio opera del genere umano.