Lettera alla redazione – di Franco Iorio
Nessuna pretesa di analisi del voto del 25 maggio scorso, ci mancherebbe.
Solamente il tentativo di capire il significato delle urne vuote, della scelta dei poco più degli aventi diritto verso i partiti tradizionali e le cause del tracollo dei āgrilliniā dellāex comico ora arrembante politico e anche di quelli che āce lāavevano duroā fin quando sono stati contagiati del male di āRoma ladronaā.
Allora vediamo: alle urne erano chiamati 6.901.249 elettori per il rinnovo delle amministrazioni civiche, sono andati a votare 4.306.300 circa, ossia il 62,4 per cento.
Quindi, a casa sono rimasti 2.594.900 aventi diritto, cioè il 37,6 per cento. Cattivo tempo, schede simili a lenzuola, distrazioni calcistiche, pensieri molesti e preoccupazioni varie. Ma la verità è che la gente è disincantata per le troppe promesse mai mantenute, prova disaffezione, ha perduto interesse e si allontana sempre più dal blà -blà dei politici.
Solamente a Roma gli aspiranti alla fascia tricolore erano 19, supportati da 40 liste e con un battaglione di 1667 candidati per i 48 posti di Consigliere comunale dellāaula Giulio Cesare. Alla corsa degli aspiranti alla poltrona fa da contraltare la disaffezione degli elettori, che a votarli non ci pensano proprio. A Roma, poi, ĆØ stato raggiunto il massimo del livello di nausea perchĆ© appena un elettore su due ha trovato il coraggio di andare al seggio, per cui lāaffluenza, si fa per dire, ĆØ stata appena del 52,8 per cento. Non che negli altri 16 Comuni capoluogo sia andata meglio: ovunque una emorragia da lasciare impietriti tutti, fuorchĆ© i tromboni professionisti stipendiati della politica.
Basta pensare alla cittĆ toscana di Pisa dove il calo ĆØ stato del 24,2%, passando dal 79,5% registrato nel 2008 al 55,8% del 25 maggio. Manco a dirlo, la Campania ĆØ stata la meno astensionista avendo registrato una flessione di affluenza solamente del 4,7 per cento. Ma si sa: noi li crediamo ancora!
Ci bastano le solite promesse, a scadenza quinquennale, lāimpegno sulla parola, una toccata di gomito, lāimmancabile (casto) bacio e la speranza, che ĆØ la determinazione eroica della nostra anima.
A chi chiede un qualche āperchĆ©ā, cāĆØ la solita spiegazione: colpa di quelli che cāerano prima che hanno dissestato! E certo, la colpa ĆØ sempre dei predecessori, a prescindere.
E, poi, noi restiamo fedeli allāusato sicuro: ce lo conferma il risultato del nostro Vallo di Diano. Non sia mai! Ma questo giĆ lāho scritto ben prima della tornata di votazione, concludendo amaramente che āil popolo, si sa, ama sempre il romanzo e il ciarlatanoā. Tornando alle urne vuote, dobbiamo pur chiederci, con i motivi, se cāĆØ qualcuno che ha vinto o se tutti hanno perduto. Intanto va detto che nel 2008 in moltissimi Comuni le amministrative coincidevano con le consultazioni politiche, per cui si verificò lāeffetto traino.
Quindi il calo reale va ridimensionato, tenuto conto che alla amministrative il corpo elettorale ĆØ più consistente per effetto dellāinserimento dei residenti allāestero, cosa che non viene effettuata nelle legislative. CāĆØ ancora una costante diminuzione dei votanti che ormai segna ogni volta qualsiasi tornata elettorale, per cui parliamo di disaffezione, di anti- politica, di progressivo disgusto della politica, del solito āma sono tutti ugualiā, la nausea crescente verso la ācastaā. Tutto uniti ecco il primo partito italiano, il āPartito Astensioneā.
Non hanno bisogno di tessera: sono quelli che non lavorano da mesi forse da anni, sono quelli che il lavoro lāhanno perso, quelli che non lāhanno mai trovato, le donne e le ragazze che al lavoro non ci pensano neppure più, sono gli esodati, gli esclusi, i disperati, i bottegai sfiduciati che chiudono, i piccoli imprenditori distrutti che non trovano il coraggio di aprire il cassetto dove ĆØ riposta la pistola. Ecco lāesercito dellāastensione, della non partecipazione alla vita della Nazione: ĆØ lāunico vincitore. Poi cāĆØ lāaffermazione dei candidati e delle liste del Pd e del Centrosinistra. Questione di radicamento sul territorio, di uomini indubbiamente più preparati, di liste formate da gente portatrice di valori e di tradizioni. Si ĆØ presentato, guarda caso, più unito questa volta il centrosinistra, vincendo in 5 Comuni capoluogo e portando al ballottaggio il proprio candidato negli altri 16.
Invece il centrodestra del Silvio nazionale, Pdl&Lega Nord, ha preso legnate un poā ovunque, meno che al Sud. Ma noi, si sa, siamo sempre āanema āe coreā con chi ci blandisce e ci compra per un piatto di lenticchia: siamo soliti guardare il dito che indica la luna. La lega Nord, poi, ha subito proprio una dĆ©bacle, i suoi uomini si sono āammosciatiā (e dire che āce lāavevano duro), vittima dello stesso male di cui accusavano āRoma ladronaā.
Infine, il M5S del Beppe ex comico folgorato sulla strada della politica: ĆØ sparito. Grillo dĆ addosso agli elettori e al solito urla: āscegliendo Pd e Pdl hanno imboccato una via senza ritornoā. Pare che stia studiando un sistema basato sul principio che āSe i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettoriā. Sta di fatto che ha perduto ben 17 punti rispetto alle politica di febbraio e si va chiedendo il perchĆ©. Glie lo diciamo? Doveva rappresentare lāanti-casta e rinnovare la politica ed ĆØ andato a sbattere in una serie di āNoā a prescindere: il suo elettorato ha ingrossato il partito dei disertori delle urne. Sbaglierò, ma si avvia rapidamente alla fine e la storia del M5S si concluderĆ come quella del āFronte dellāUomo Qualunqueā di Guglielmo Giannini.
Ora guardiamo ai ballottaggi di domenica prossima quando lāaffluenza alle urne scenderĆ ancora ma basterĆ a eleggere i Sindaci. Però i nostri grandi politici, uguali dappertutto: promettono di costruire un ponte anche dove non cāĆØ un fiume.
Franco Iorio