Telefonate registrate da un imprenditore avrebbero incastrato il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, arrestato in seguito ad un’inchiesta del pm Francesco Rotondo in cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità .
L’attività svolta dalle Fiamme Gialle ha permesso di mettere in luce una serie di episodi corruttivi nei Comuni di Eboli e Cava de’ Tirreni. Le persone indagate, in cambio di favori di varia natura, hanno condizionato l’esito di concorsi pubblici indetti dai due Enti. Le prove selettive oggetto d’indagine sono state il bando per 2 posti a tempo indeterminato di educatore di asili nido al Comune di Eboli e quella per 10 unità di istruttore direttivo amministrativo al Comune di Cava de’ Tirreni.
Cariello e l’imprenditore Gianluca La Marca, come si legge sul quotidiano “Il Mattino“, avevano rapporti “confidenziali se non amicali sin dal 2015“, scrive il Gip Alfonso Scermino. La Marca aveva registrato alcune telefonate con il sindaco da cui emergono “collusioni” per una delibera “forzata” sull’indice di fabbricabilità di un terreno. Inoltre un trojan nel telefonino di Cariello ha fatto emergere gli incontri per alterare la procedura del concorso per l’asilo nido.
La Marca in un interrogatorio reso dopo il suo arresto nel 2019 aveva ammesso di aver registrato le conversazioni per “precostituirsi una prova contro Cariello” il quale doveva favorire l’imprenditore stesso approvando il progetto dell’opificio industriale con un maggior volume. Nella conversazione si fa riferimento alla percentuale del 20%, un innalzamento che la Procura ritiene illegittimo. L’imprenditore, dopo il suo arresto, ha dichiarato di aver erogato al sindaco di Eboli una somma di denaro.
In merito al concorso per l’assunzione nell’asilo nido, Cariello alla fine del 2019 ha incontrato la presidente della commissione d’esame, Annamaria Sasso. L’incontro è stato monitorato con il trojan e le Fiamme Gialle hanno constatato che la donna ha consegnato al sindaco un documento con gli argomenti selezionati dalla commissione per i candidati ammessi all’orale. Pochi giorni dopo in un incontro tra il sindaco, la Sasso e Vincenzo D’Ambrosio (funzionari interdetti attualmente dai pubblici uffici), secondo gli inquirenti sarebbe stato attuato un patto. Il sindaco avrebbe deciso “direttamente i voti da riconoscere ai candidati in modo che la graduatoria avesse il contenuto da lui indicato“, mentre Sasso e D’Ambrosio avrebbero dovuto preparare un foglio di calcolo per determinare quali dovessero essere i voti. In cambio Cariello avrebbe promesso ai due dipendenti il trasferimento in uffici migliori.
– Chiara Di Miele –
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