E’ stata trasmessa dal ministro degli Interni Lamorgese alla Camera dei Deputati la relazione della DIA sul primo semestre del 2020, caratterizzato dall’emergenza sanitaria, un evento di portata globale non ancora superato che ha avuto un impatto notevole con effetti devastanti sul piano sia della salute delle persone sia della tenuta del sistema economico. La straordinaria situazione ha imposto, a tutti i livelli istituzionali, la necessità di monitorare l’evoluzione degli accadimenti nella consapevolezza che il processo di superamento dell’emergenza, se non adeguatamente gestito, può rappresentare un’ulteriore opportunità di espansione dell’economia criminale.
Nella relazione della DIA il Salernitano oggi presenta una situazione generale riferita alla criminalità organizzata in costante trasformazione, con aspetti e peculiarità che variano secondo il contesto territoriale nel quale insistono e operano i diversi sodalizi. I clan provinciali più strutturati, sebbene indeboliti, rimangono attivi nei territori di pertinenza anche grazie alle relazioni, consolidate nel tempo, con compagini originarie del Napoletano e Casertano o calabresi con le quali condividono, all’occorrenza, interessi e sinergie criminali. La provincia può suddividersi in tre macro zone criminali: quella urbana salernitana, l’agro nocerino-sarnese nel quale operano consorterie storicamente più strutturate e tradizionalmente legate ai sodalizi della limitrofa area vesuviana e l’ultima che racchiude la Costiera Amalfitana, il Cilento e il Vallo di Diano, zone ad alta vocazione turistica, potenzialmente a rischio di infiltrazione criminale (la vicinanza con la Calabria ha inoltre determinato saldature tra cosche ‘ndranghetiste e pregiudicati locali).
Per la sua posizione geografica il Vallo di Diano, secondo la relazione DIA, è direttamente collegato al Potentino attraverso la Val d’Agri dove insistono importanti giacimenti petroliferi con il connesso indotto estrattivo, nonché vicino alla parte settentrionale della Calabria, dove operano ‘ndrine fortemente influenti anche nel comprensorio valdianese. Le attività investigative condotte dalle Forze di polizia hanno consentito di delineare nel tempo uno scenario criminale che vede operativi nel territorio due gruppi criminali, i Gallo e i Balsamo, originari di Sala Consilina, dediti al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e all’usura.
Nel Medio e Basso Cilento, pur non rilevandosi la presenza di organizzazioni criminali, la particolare vocazione turistico-ricettiva espone l’area al possibile reinvestimento di capitali illeciti. Il comprensorio risulta oggetto di attenzione da parte di pregiudicati napoletani in relazione al traffico e allo spaccio di stupefacenti soprattutto durante il periodo estivo, affiancati da piccoli gruppi criminali autoctoni dediti allo spaccio. Inoltre, pur non emergendo al momento ingerenze e tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata in seno alle locali pubbliche amministrazioni, sono stati rilevati recenti episodi di corruzione di pubblici funzionari e amministratori locali.
Ad Agropoli permane l’attività criminale della famiglia di nomadi stanziali Marotta, dedita ai reati di tipo predatorio, all’usura, al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di capitali illecitamente accumulati. Inoltre, risultano attivi anche pregiudicati locali nel campo delle estorsioni e dell’usura, come è emerso in seno ad un’indagine dei Carabinieri che, il 1° febbraio 2020, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di padre e figlio autori di varie condotte usuraie ed estorsive ai danni di imprenditori e commercianti della zona.
Nel comprensorio di Capaccio-Paestum sono tornati operativi storici personaggi già legati, con ruoli di rilievo, alla Nuova Camorra Organizzata, tra i quali l’esponente apicale del gruppo Marandino che nel corso degli anni ha realizzato investimenti sul territorio avvalendosi anche di fidati sodali. La presenza di soggetti riconducibili ad articolazioni camorriste dell’hinterland napoletano è corroborata dai recenti arresti di latitanti, esponenti di rilievo affiliati a clan dell’area stabiese e partenopea. Al riguardo, il 30 gennaio 2020, all’interno di una villetta di Capaccio, i Carabinieri hanno rintracciato e arrestato un elemento di spicco del clan Contini, latitante nell’ambito della complessa inchiesta “Cartagena” della DDA di Napoli conclusa nel giugno 2019.
Numerose le operazioni contro la criminalità organizzata messe in atto nel Salernitano dalla DIA di Salerno diretta dal Tenente Colonnello Ferrara, comprese da ultimo le indagini sul noto clan Zullo.
– Chiara Di Miele –