
A fronte delle necessità gestionali di 750 biblioteche e di 110 strutture museali – riconosciute singolarmente con apposito decreto regionale – risulta a tutti evidente l’impossibilità di garantire l’ordinaria apertura e la fruibilità di visita di un immenso e diffuso patrimonio culturale, con inevitabili conseguenze sia per la sua conservazione che la pubblica utilità; è emersa dalla discussione una viva preoccupazione per il mantenimento degli standard occupazionali e dell’indotto culturale”.Questa è una parte del comunicato inviato alla nostra redazione da parte della “Fondazione Giambattista Vico” che fa un quadro dettagliato della disastrosa situazione in cui versa la cultura in Campania.
Purtroppo i tagli hanno interessato anche questo settore che, inesorabilmente, versa in uno stato di abbandono.
E’ giusto che il nostro patrimonio, formato da straordinari musei e antiche e preziose biblioteche vada incontro a questo degrado?
E’ giusto non poter più garantire l’ordinaria apertura di questi nostri beni?
E’ giusto non investire più nella cultura?
Un giorno una professoressa mi ha detto: “Solo la cultura ci rende liberi”.
Quali saranno le conseguenze?– Giusy D’Elia – ondanews.it –