7 thoughts on “Vallo di Diano e politica: dove hanno fatto il deserto ora lo chiamano pace

  1. Riflessione ineccepibile, amico Cioffi. Il Vallo di Diano ĆØ diventato sta subendo una involuzione da terzo mondo: ĆØ scaduto a landa maleodorante nella quale l’abbandono ĆØ palpabile e la desertificazione giornaliera. Quel che maggiormente spiace ĆØ la partenza dei giovani, il che significa che ĆØ un territorio senza domani. Qui c’ĆØ troppa gente autoreferenziale che scala i gradini delle case comunali senza avere spessore culturale e politico. Il più delle volte trovano asserragliati negli uffici dipendenti maneggioni, dei quali diventano ostaggi. Non concordo, però, con le conclusioni. Occorrerebbe rivedere tutta la normativa. Ma oggi ci sono leggi stringenti in materia di finanza pubblica che poco lasciano alle scelte di “nostri” Sindaci, Assessori e Consiglieri. Piuttosto, a questi “governanti” non dev’essere pagato proprio un bel niente a titolo di indennitĆ . Più che per demerito, perchĆ© quei soldini devono essere spesi per acquisti di beni e servizi in favore del Popolo. E’ finito il tempo che il Comune si “locupletava” con il loro “lavoro”… Ah! quella Corte dei Conti…

  2. Credo che per certi versi potrebbe essere un analisi condivisibile soprattutto nella capacitĆ  della politica attuale di incidere sulle scelte fatte lontano dal territorio e come lei dice pari a 0. Per il resto invece credo che questo territorio abbia la faccia che si merita un po come le donne oltre i 20 anni; infatti ĆØ lo stesso Saviano che ci ricorda come a Napoli la camorra ci identifica ovvero “Sahara Consilina” un posto forse dove non conviene nemmeno impiantare l’illecito e questo naturalmente non deve essere Saviano a farcelo capire perchĆØ lo capiamo benissimo da soli osservando un po le dinamiche su questo territorio e zone limitrofe. Quanto al suo auspicio invece, ovviamente provocatorio, rappresenterebbe la morte della politica e il tradimento verso un percorso iniziato 40 anni fa e interrotto subito dopo e mai ripreso forse per incapacitĆ  degli stessi abitanti del Vallo e che potrebbe essere una soluzione almeno in parte. Quel progetto avrebbe bisogno si di persone competenti ma soprattutto di una genesi culturale non necessariamente sospinta dalla politica di tipo elettorale ma piuttosto dalla societĆ  civile. Quel progetto ĆØ la “CittĆ  Vallo”, nato nella testa degli ultimi politici che hanno trascorsi in questo territorio e mai entrato nella testa dei suoi abitanti.

  3. Analisi perfetta ma quello che preoccupa di più è il totale disinteresse per una realtà che dura da anni.

  4. caro erminio le tue osservazioni sulla situazione nel vallo di diano non fanno una piega e sono perfettamente esposte ,purtroppo non sempre chi amministra si comporta come un padre di famiglia che da prassi dovrebbe tutelare indistintamente i propri figli,mettici poi la mancanza di affetto per la sua terra ed ecco che il quadro e’ buio ,ora alla luce della penuria di fondi credo anche io che ormai sia piu’ utile un funzionario delegato a gestire i comuni che lungi da gestire politiche clientelari (cosa tristemente presente)venga pagato alla luce del sole per il lavoro svolto ,aggiungendo per lui perfino i “premi di produzione”come si fa in qualsiasi realta’privata ovviamente al raggiungimento di obiettivi utili alla popolazione ,scusami per questo discorso un po’ strano ma la vedo cosi’

  5. Complimenti… Lei ha pienamente centrato la problematica, purtroppo problematica non solo attuale ma anche futura, e continuiamo a fare la guerra dei poveri… Mi spiego, io sono di sant’arsenio, non mi interessa la perdita del tribunale e del carcere a sala, perchĆ©, i fatti lo dimostrano…. Sala e precisamente il sindaco … A proposito di futti compagni ha ritenuto tenersi per se il distretto sanitario. Posso io essere solidale con lui… Ma manco pA a capo…. In un’ottica comprensoriale sarebbe giusto lottare per qualsiasi servizio del vallo che per vari motivi evapora dal nostro territorio e meglio distribuire e allocare quelli esistenti vedi distretto…. CosƬ qualcosa può cambiare e il vallo non sarĆ  disunito ed in guerra tra i paesi, ma unito e compatto per affrontare qualsiasi depauperamento dal governo regionale o nazionale che sia. Questo per può essere l’inizio della fine del territorio. CordialitĆ  dott. LUIGI PANDOLFO

  6. Caro Erminio,permettimi questa licenza,questa tua riflessione la condivido a pieno,il tuo e’ un pensiero comune a una gran parte di cittadini, il guaio ĆØ che non si riesce ad essere conseguenziali e coerenti con il proprio pensiero nel momento in cui potremmo ,per determinare il cambiamento tanto auspicato da tanti.

Comments are closed.