
Condivido l’indignazione e la delusione del Dott. Rocco Colombo, estensore dell’articolo, ma non posso accettare il “rimprovero” rivolto alle “35.000 persone pronte a dire “signorsì” solo per un’idea, per un valore, per un simbolo”.
L’orgoglio di appartenenza territoriale ed il buonsenso (particolarmente alla luce di quello che dice a proposito di Pellezzano da cui provengono ben tre eletti, forse (?) grazie anche ai voti rastrellati nel Vallo di Diano) fanno emergere ed accentuano la comprensibile e condivisibile rabbia.
Ciononostante voglio pensare che la Sua sia stata una provocazione (o un pungente paradosso) perché non posso credere che pensi veramente che sia motivo di addebito dire “signorsì” SOLO per un’IDEA, PER UN VALORE, PER UN SIMBOLO.
Se così è stato veramente, io ne sono immensamente felice perché il “signorsì” finalmente si dice nel rispetto di se stesso, nell’esercizio vero della propria libertà, perché l’elettore s’inchina al cospetto di un SUO convincimento, di un SUO patrimonio (fatto di cultura, educazione, memoria) ed infine di una SUA fede (che costituisce l’alimento che gli procura la forza di sollevare la schiena e volgere il capo alle stelle, che gli dà le ali che lo fanno volare al di sopra delle putride paludi).
Perché questo tipo di “signorsì” merita rispetto. Contrariamente a quel “signorsì” soggiogante che rivela servilismo, sudditanza, prostrazione, sottomissione. In una parola, annullamento del “sé” fisico e spirituale.
Condivido la rabbia per “lo spreco” di voti ma io, tale rabbia, la orienterei verso chi non ha colto questa “crescita” delle Persone del Vallo di Diano. Verso chi, per miopia politica od incapacità organizzativa, non ha riflettuto sufficientemente sulle priorità umane, sociali, culturali della nostra Terra che andavano sostenute e rappresentate direttamente in Parlamento. Verso chi, infine, troppo impegnato od abituato a dire il vecchio “signorsì” a “padroni”, a potenti, a convenienze, ad arrivismi, ad opportunismi, non ha avuto gli strumenti né la voglia di aiutare gli elettori a far crescere in loro idee e valori condivisi al fine di un proficuo convogliamento di voti su nomi e simboli liberamente (ma più sapientemente ) scelti.
Io sostengo che ogni scelta, nella vita, richieda il “pagamento di un prezzo”. La cosa importante è che il “prezzo” pagato giustifichi la scelta fatta. In questo caso, tranne la scelta giusta, da parte dell’elettore, di dire “signorsì” solo a se stesso, alla fine non mi sembra che i conti tornino… ma ho fiducia che la nostra Gente saprà fare le giuste riflessioni su questa esperienza e ne saprà trarre vantaggi, in futuro.
Anche gli Organi d’informazione (quando sono eticamente corretti e si muovono sulla base di nobili motivazioni) hanno una grande parte in questa evoluzione. Nello scrivere quanto sopra, ho dovuto pensare.
Ho fatto una riflessione sull’articolo letto ed ho espresso il mio pensiero (magari sbagliato) ma ho avuto l’opportunità di un confronto, di una verifica e quindi di una crescita. Questo grazie a chi fa informazione e cultura in maniera libera, coraggiosa e corretta.
Anche da qui la mia fiducia in un futuro migliore per le nostre Genti.
Mario Senatore