Gentile Redazione,
sono una signora nata a Montemurro (PZ), sempre orgogliosa del mio luogo di nascita appartenente ad una Regione italiana tra le più povere e le più oneste. Una povertà mai nascosta ma evidenziata con la fierezza di chi lavorando una terra argillosa cercava di trarne un sudato e santo pane quotidiano. Una povertà conosciuta da Carlo Levi che descrisse, con una dolce ed amara empatia, nel suo romanzo “Cristo si è fermato ad Eboli”.
Ciò che la cronaca riporta ogni giorno a tutti gli Italiani è lo scempio ed il conseguente disastro di quell’ambiente ancora pulito e limpido, non solo dal punto di vista ecologico, ma anche per quanto concerne l’onestà individuale e collettiva dei suoi abitanti.
Purtroppo si sa che è più facile corrompere chi è povero e privo di lavoro per i suoi figli. Nessun Lucano immaginava che quel terreno così arido e argilloso, così difficile da coltivare, nascondesse nelle sue viscere un tesoro così ambito che non aveva uguali in tutt’Europa. La sorpresa di conoscere quello che la terra aveva da sempre custodito gelosamente, quell’oro nero che oggi ha fatto arrossire di vergogna gli umili abitanti del luogo, colpevoli solo di ignorare quello che stava succedendo intorno a loro, ci ha fatto pensare che l’unica a conoscere la verità su quei pozzi fosse proprio la Madonna NERA, come il petrolio di Viggiano, che è stata sempre venerata da tutti i Lucani senza idee razziste, infatti l’aggettivo “negra” non è stato mai abbinato alla Madonna.
Gli unici a non arrossire sono stati i politici che hanno trivellato i pozzi, senza fondo, della corruzione.
A quel Santuario mi rivolgo, con una fervida preghiera, affinchè la “povera terra mia” possa liberarsi dall’infamante ed infangante accusa di aver consentito un tale disastro ambientale.
Vorrei vedere, come tanti anni fa, ai piedi dell’altare, le vecchie lampade votive che si accendevano con uno stoppino immerso nell’olio d’oliva.
Prometto di portare, quale ex-voto, in una cornice d’argento, una cartolina di Viggiano così com’era prima delle trivellazioni, vent’anni fa.
– Maria Antonietta ROSA –
Mi associo alle tue belle e struggenti parole.La Lucania è anche la mia terra per molti motivi,perchè mia moglie è lucana,perchè ho insegnato per molti anni in questa bella regione(e non come ha detto un giornalista sprovveduto di conoscenze,desolante) e anche perchè io amo la Madonna di Viggiano.Complimenti cara amica Prof.ssa.