Rinvio all’11 novembre per il processo Chernobyl per dichiarare la prescrizione di alcuni reati, come richiesto dal difensore di un imputato, e depositare memorie relative alla possibilità di non avvalersi della prescrizione da parte di alcuni imputati.
Uno degli avvocati di parte civile ha depositato ieri mattina una richiesta di calendarizzazione delle udienze per velocizzare il processo, dato il numero di imputati e la complessità dello stesso.
Tempi, dunque, ancora lunghi per il processo che vede imputate 39 persone (una delle quali deceduta nel 2010) per una serie di reati in materia ambientale.
Gli imputati avrebbero concorso tra loro allo smaltimento illecito di 980.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi, procurando per sé un profitto illecito di 50 milioni di euro; quarantunomila metri quadrati di terreno agricolo posti sotto sequestro nel Vallo di Diano.
Sulle parti civili, i difensori degli imputati si sono opposti all’ammissibilità di alcune di esse, ma il tribunale si pronuncerà alla prossima udienza.
I difensori dovranno, dunque, depositare le memorie in base ad un termine stabilito dal collegio.
Come sempre alta l’attenzione sul processo da parte del Codacons Vallo di Diano e del responsabile Roberto De Luca, che in tante occasioni ha rivolto appelli alle istituzioni sensibili della Repubblica Italiana, affinché venga tutelata la salute dei cittadini e non si lasci il reato del disastro ambientale, laddove sussista, impunito.
– Filomena Chiappardo –
Prima di dare giudizi affrettati, leggete e documentatevi…
Ennesimo rinvio, e intanto nel vallo si continua a morire di tumori, e i responsabili fanno una vita da nababbi, sapendo che andra’ a finire tutto a tarallucci e vino, caro Deluca stiamo assistendo ad una farsa, ci stiamo rendendo conto che la tua associazione nulla puo contro questa gente purtroppo nessuno puo farsi giustizia da soli ma la pazienza di chi ha perso dei familiari e finita e ora di creare un comitato contro questi criminali tra l’altro abbiamo constatato che nei terreni sequestrati si continua a coltivarli come se niente fosse invece di trovare altri terreni dove e stato portato materiale nocivo e nel vallo di diano ce ne sono parecchi. cittadini stanchi delle leggi a favore dei mafiosi.