
E’ il primo verso della lirica di Gabriele D’Annunzio “I Pastori” .“Ottobre, andiamo. E’ tempo di scioperare.”
Potrebbe essere il primo rigo non di una lirica, ma di un dramma moderno dal titolo “I Professori”.
Le date sono diverse: l’otto ottobre, il quindici, a seconda dei sindacati. Scioperi non contro la scuola, ma scioperi per una scuola migliore.
Nuovo anno scolastico 2010/2011. Duemilaundici! Nelle aule si vive in anticipo l’anno nuovo. Si dovrebbero vivere in anticipo i cambiamenti, perché le menti umane presenti nelle aule sono vive, sono attive, ma purtroppo ora sono anche a lutto.
Ormai, nelle scuole non manca solo il gesso e la carta igienica, ma mancano, perché crudelmente sottratte, molte risorse valide per il buono e giusto svolgimento delle attività.
I tagli subiti hanno sottratto professori di sostegno, le aule “straripano” di alunni, perché le classi vengono accorpate e lavorare bene con trenta, trentatré alunni oggi è difficile. Una volta era possibile.
Negli anni Sessanta e Settanta, ma non vi erano le norme sulla sicurezza da rispettare e gli studenti erano meno vivaci di oggi. Tagli dei posti, tagli dei finanziamenti alla ricerca, tagli finanziari, supplenze dello scorso anno che non vengono pagate perché non ci sono i fondi.
Tagli alla cultura: i sondaggi OCSE rivelano che molti studenti italiani non sanno leggere e non capiscono quello che c’è scritto ed il Ministro Gelmini cosa fa? Diminuisce le ore di Italiano.
Lo studio della Storia viene accorpato a quello della Geografia che ora costituiscono un’unica materia con un unico voto.
Lo studio del Latino sparisce dal Liceo Linguistico. E così anche per altre Discipline che si vedono eliminate. Perché tutto questo? Per eliminare docenti e risparmiare? Risparmiare sulla pelle dei giovani studenti. Per eliminare la cultura?
Per gestire meglio un popolo di ignoranti che addormenta corpo e mente sotto l’ipnosi di programmi stupidi trasmessi da alcune televisioni in orario pomeridiano, mentre qualche solitario programma culturale sul Teatro, sulla Poesia, sulle Scienze, sulla Matematica viene trasmesso di notte, quando chiaramente i ragazzi dovrebbero dormire, oppure di mattina, quando i ragazzi sono a scuola. Tagli alla cultura.
Tagli alla scuola. Precari, uomini e donne illusi di poter lavorare ancora dopo vent’anni o trenta di precariato, cioè di lavoro a contratto con scadenza a fine anno scolastico. Perché? I precari non mangiano in Estate? Non pagano affitti o mutui, in Estate? Questa scuola “tagliata” è una scuola che soffre, ma che non vuole morire.
E’ giusto dimostrare, scendere in piazza, magari con evidenti segni di ferite sul volto e sulle mani, per far capire quanto questa Scuola italiana è stata “tagliata”, ma ho delle perplessità sugli scioperi.
Vorrei poter avere più fiducia nei sindacati, ma non ci riesco, soprattutto da quando un sindacalista, tempo fa, mi disse che il suo sindacato aveva fatto una “promessa” , aveva un impegno, ma non con i lavoratori.
Quale? Quello di garantire ed organizzare almeno due scioperi perché così nelle casse dello Stato sarebbero andati milioni di lire (allora c’erano le lire), perché si sa che i docenti non riceveranno la retribuzione per la giornata in cui scioperano.
Forse, questo è meglio che io lo tagli dall’articolo, perché qualcuno si potrebbe offendere, ma diciamo pure che quel sindacalista aveva bevuto un po’ e farneticava. E non diamogli credito.
Spezza il cuore sentirsi rispondere da un alunno di prima superiore alla domanda: “Perché scioperi?” “Perché vogliono tagliare le settimane di vacanze estive”.
Ecco, ti perdono perché sei appena salito su questa “nave” senza capitano e non sai. Diminuiscono, anzi ti “tagliano” le ore d’Italiano e non dici nulla, ma parli quando si propina il rischio del taglio alle tue giornate di vacanza?
Ragazzino, andiamo. E’ tempo di crescere!
Tutti questi drammatici tagli stanno tagliando la scuola italiana fuori dall’Europa, perché le competenze europee difficilmente potranno essere raggiunte in queste condizioni.
Una competenza, forse, i nostri studenti la raggiungeranno, quella di “saper gestire le situazioni”, perché impareranno senz’altro a gestire le situazioni scolastiche, ma non arrangiandosi, ma attivando la loro mente e diventando più creativi ed intelligenti nell’individuare le soluzioni ai tanti problemi della scuola, sempre più convinti che se l’intelligenza è la capacità di risolvere i problemi, la stupidità è la capacità di crearli.
– Paola Testaferrata –