L’ennesimo ed unanime “No” alla delocalizzazione delle Fonderie Pisano nel lotto dell’ex azienda Alimer a Buccino e nell’area del Cratere è giunto ieri sera dai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione di Buccino che hanno chiesto un incontro con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, l’Asi e l’istituzione di un comitato cittadino.
“La Zona industriale di Buccino fu costruita spostando il corso del fiume Bianco che affluisce nel Tanagro e poi nel Sele e l’eventuale insediamento delle fonderie metterebbe a rischio l’intero bacino idrico che porta alla Piana del Sele, oltre a creare problemi alle aziende agroalimentari esistenti sul territorio” ha spiegato il sindaco Nicola Parisi che dopo aver appreso dell’ipotesi di delocalizzazione delle fonderie si è dimesso dal Partito Democratico.
Alte le barricate da parte del primo cittadino.“Avvieremo un’azione di pignoramento della sede dell’Asi per un debito che l’Asi ha nei confronti del Comune di Buccino dovuto al mancato pagamento dell’Imu e che ammonta a circa 2 milioni di euro” ha tuonato Parisi che ha chiesto di incontrare il presidente Antonio Visconti del consorzio per le Aree industriali salernitane, Ente titolare degli immobili nella zona industriale di Buccino.
Unanime anche la posizione dei consiglieri comunali di minoranza guidati dal capogruppo, il medico biologo Francesco Fernicola. “Se questa nuova fonderia è salubre ed altamente tecnologica e sicura, per noi possono tenersela nella Zona industriale di Salerno perchè qui non la vogliamo – spiega Fernicola – Chiederemo ai parlamentari di presentare un disegno di leggere per far abolire l’Asi e far ritornare le aree industriali sotto la diretta gestione dei comuni”.
Intanto a Buccino è già nato il primo comitato di giovani “No Fonderie” che si estenderà ai cittadini residenti nella Valle del Sele-Tanagro, alle istituzioni, alle associazioni e ad altri comitati.
– Mariateresa Conte –
l insediamento delle fonderie PISANI nella zona industriale di Buccino è tra le cose più dissennate udite ultimamente, area industriale che sorge al centro di un grande bacino idrografico del fiume Tanagro.Poichè la memoria umana è evidentemente corta vi voglio ricordare che nel non lontano1929 la zona fu devastata da uno spaventoso alluvione che distrusse tutta la vallata,travolgendo ponti , stazioni ferroviarie,seminando morte e distruzione .
Per chi non sia al corrente di tale evento naturale e distruttivo ricordo che esistono ancora delle testimonianze come il muso di una locomotiva che ancora emerge dalle sabbie del fiume, come inutile monito ai posteri o rotaie ferroviarie contorte dalla furia delle acque sotto le arcate del ponte s .Cono di epoca romana, che inutile dirlo fu l’unico a resistere allo spaventoso alluvione,…. forse i nostri antenati avrebbero ancora qualcosa da insegnarci…… Mi sembra già di sentire se dovesse succedere di nuovo tale evento, come abbiamo già tante volte sentito inITALIA,ma invano,le voci scandalizzate e contrite dei politici di turno per un disastro annunciato .Si annunciato perché succederà di nuovo,non bisogna essere grandi geologi né predicatori di sventure,per non usare il termine partenopeo di iettatore,sicuramente più efficace,ma solo avere un occhio più attento che ci faccia chiedere come mai l ,arido Tanagro di carducciana memoria,a vederlo modesto corso d’ acqua, d’ estate quasi secco abbia un letto così ampio e sproporzionato,forse bisognerebbe chiederselo,ma la risposta è banale…l’ acqua prima o poi si prende ciò che le appartiene.Dimenticavo per chi non lo sapesse il tragico evento del 29 avvenne in piena estate.
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