“Circa 3000 kg di esplosivo per saltare costoni in area Parco, tra Camerota e Palinuro, non sono una politica di messa in sicurezza, ma una scelta incomprensibile e incoerente con quelli che dovrebbero essere gli obiettivi e azioni di mitigazioni e salvaguardie di ecosistemi importanti come quelli presenti nel territorio tra Camerota e Palinuro nel cuore del Parco Nazionale”.
In una nota Maria Teresa Imparato, presidente Legambiente Campania, condanna con fermezza le scelte e modalità per liberare e mettere in sicurezza la strada del Mingardo.
“Condanniamo – prosegue – con fermezza scelte e modalità che vanno nettamente nella direzione opposta di tutela e di interventi di ingegneria naturalistica a ridotto impatto. Non c’è sviluppo e prospettiva per questa area con visioni obsolete che ci riproiettano in un passato dove politiche del genere hanno condannato il Cilento, che ancora ne paga lo scotto, all’isolamento e all’incuria. Il territorio ha bisogno di cambiare rotta, a partire dalla messa a bando di interventi del genere, con un progetto complessivo di messa in sicurezza e cura dell’intero territorio del Parco a partire dalla fragile costa”.
“Incredulità, sdegno, rabbia: queste le parole che d’impulso partono dal cuore e dalla mente a guardare le foto dei droni che inquadrano impietosamente quel costone demolito, uno degli angoli più suggestivi della strada tra Palinuro e Marina di Camerota. Non possiamo credere che un progetto di sicurezza possa raggiungere simili impatti ambientali e paesaggistici. Se mettere in sicurezza la strada del Mingardo significa asportare le rocce, allora dobbiamo fermarci. Italia Nostra procederà a richiedere gli atti delle autorizzazioni paesaggistiche, ambientali e territoriali rilasciate a questo intervento di sicurezza che si sta realizzando nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in zona ambientale di interesse comunitario, nonché area sottoposta a vincolo paesaggistico. Vogliamo capire se sono state rispettate tutte le procedure e le regole, se non erano percorribili altre soluzioni meno impattanti, quali erano i rischi conclamati e se sono previste altre demolizioni“. E’ quanto dichiara Teresa Rotella, presidente della sezione Cilento-Lucano di Italia Nostra, associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione.
“Ho presentato un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica per chiedere immediatamente conto della progressiva distruzione della falesia messa in atto dal Comune di Camerota a Cala Finocchiara, nel cuore del Parco Nazionale. Da ormai due mesi nell’area della spiaggia del Mingardo, uno dei tratti di costa più belli e suggestivi della Campania, si stanno portando avanti lavori di smantellamento della falesia che non sono sostenuti da nessun presunto grave o imminente pericolo e non sono accompagnati da alcuna perizia geologica dettagliata che giustifichi operazioni di tale portata. Sulla falesia è stato utilizzato il tritolo e il sindaco ha annunciato per il 21 marzo una nuova operazione di brillamento delle rocce. Sempre il sindaco, che in una prima delibera ha parlato di semplice pericolo di caduta massi, ora maldestramente parla di vecchia frana. Dove sono le perizie che sostengono questa tesi? Perché la Provincia non è intervenuta come nel 2018 con i suoi geologi e i suoi rocciatori? Se avessero agito come nel 2018 sicuramente non ci sarebbe stato il danno ambientale incalcolabile che oggi ci troviamo a quantificare e i cittadini di Camerota non avrebbero sofferto per la chiusura di una strada importantissima come la Sp 562, ormai chiusa da più di 45 giorni. Pertanto ho chiesto al Ministro Pichetto Fratin se intenda, per quanto di sua competenza, far luce sulle eventuali violazioni degli adempimenti autorizzatori previsti nel caso e quali iniziative, sempre di competenza, intenda porre in essere. E’ necessario capire se il Comune di Camerota abbia risposto alle sollecitazioni arrivate oltre un mese fa dal Ministero dell’Ambiente che chiedeva il rispetto di quanto disposto dall’articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE Habitat in materia di Valutazione di Incidenza ambientale, oltre che in coerenza con le Misure di Conservazione del sito Natura 2000” dichiara in una nota il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Franco Mari.
- Articolo correlato: