Lo sguardo sorridente di Franco Guzzo è contagioso. Ci si aspetta, conversando con lui, una battuta divertente ed allegria a giuste dosi. Percepiamo subito una persona molto sensibile ed estremamente sincera.
- A che età hai iniziato a recitare ed in quale compagnia teatrale?
Probabilmente, a recitare ho iniziato fin dalla nascita, quando fingevo di avere il mal di pancia per non andare a scuola. Alle Medie facevo le imitazioni dei professori ed in fondo anche quello era “fare l’attore”. In maniera ufficiale ho iniziato nel 1977, quando, con un gruppo di amici appassionati come me, ho fondato la “COMPAGNIA DEL TEATRO STABILE G.FERRARI” a Sapri.
Con quel gruppo ho iniziato a respirare l’odore delle tavole del palcoscenico, mettendo in scena commedie di Eduardo, commedie musicali di Garinei & Giovannini e di altri importanti autori.
- Quanto è stato difficile per un ragazzo della provincia di Salerno entrare nel mondo dello spettacolo?
Non credo sia mai stato un problema. Spesso ci si crea degli alibi o delle giustificazioni. Se si ha talento e qualcosa da dire, non esiste provincia o centro; un treno passa sempre per tutti, ma bisogna avere le capacità e la voglia di prenderlo.
- Molti ti conoscono come attore del genere comico.”Far ridere” è più difficile del “far piangere” ?
Far ridere è molto più difficile di far piangere. L’attore “serio”, cosiddetto impegnato, non ha necessità di avere emozioni immediate ed uditive dal pubblico, mentre un comico che non sente la platea ridere suda sette camicie.
Scrivi tu i testi che reciti?
I testi dei miei spettacoli, generalmente, li scrivo io. Ovviamente tutti rubacchiamo qualche battuta l’uno all’altro tra cabarettisti, anche perché alla fine tutti parliamo quasi delle stesse cose. Ma difficilmente si recita qualcosa che non si è scritto da noi, altrimenti sarebbe come indossare un abito che ti fa un sarto che non conosce a perfezione le tue misure, i tuoi difetti.
- A cosa ti ispiri? Osservi molto la vita quotidiana della semplice gente ?
Come tutti i comici, ovviamente mi ispiro spesso alla vita di tutti i giorni, a quello che ci capita durante la giornata, a ciò che abbiamo vissuto tutti. Il segreto e’ essere un buon osservatore della vita. Solo ciò che riscontriamo nella realtà, alla fine, se guardato dal punto di vista giusto, riesce a far ridere.
- Hai mai recitato e fatto sorridere il pubblico, mentre avevi tristezza ed amarezza nel cuore?
A volte capita di essere sul palcoscenico e di non aver affatto voglia di far ridere, ma il nostro è un mestiere come un altro. La gente paga per divertirsi e bisogna lasciare giù dal palco i propri problemi e nello stesso tempo far dimenticare quelli degli altri. E se per un’ora ci riesci, vuol dire che sei servito a qualcosa. E’ la più grande delle soddisfazioni.
- Franco Guzzo e il cinema?
Franco con il cinema non c’entra molto. Ho collaborato ai testi in un film di Vanzina “LE BARZELLETTE”, dove ho fatto anche una piccola parte. Ma chissà … forse in futuro.
- C’è stata nella tua vita una persona di famiglia che ti ha trasmesso l’amore per il sorriso?
L’istinto di far ridere l’ho certo ereditato da mia mamma che oggi, a 92 anni, ha ancora un senso spiccato dell’humor.
- Quanto è importante l’ironia e l’autoironia al tempo d’oggi?
Credo che oggi il gran segreto per essere felici, o almeno sereni, sia non prendere mai la vita o se stessi troppo sul serio.
Ed è vero. Vivere con autoironia aiuta a trovare la forza di superare alcuni momenti bui, alcune incertezze della propria vita. Significa trovare in se stessi e negli altri quel lato buono che spesso nascondiamo perché consideriamo debole. Significa essere sinceri fino in fondo e Franco Guzzo lo è, ma poi, simpaticamente, si rimprovera da solo affermando che a volte dovrebbe “pensare a ciò che dice e non dire ciò che pensa”. Si chiede se ciò sia un pregio o un difetto. Lo lasciamo con questo amletico dubbio. Lo guardiamo e sorridiamo. E mentre ci saluta ed abbraccia tutti i lettori di Ondanews, gli sussurriamo “Franco, resta sempre così”.
– NOTE SULL’ARTISTA –
Franco Guzzo è nato a Scario, in provincia di Salerno. E’ attore di teatro. Nel 1993 approda in televisione creando il personaggio del maresciallo dei carabinieri nella trasmissione “La sai l’ultima?” Si esibisce a livello nazionale in spettacoli di Cabaret.
– Paola Testaferrata –