Un libro particolare. Un romanzo coraggioso. Un libro: uno specchio. “Un mondo. Due donne”
“Non sappiamo stare ad ascoltarci: la più grande malattia del genere umano, nell’era del progresso“. E forse è proprio perché non sappiamo più ascoltare che Alessia Massimiliano scrive e con le parole ci porta dentro un mondo particolare. Ci porta dentro l’anima di due donne, ma non solo. Ci porta dentro i loro corpi. E ce li mostra.
- Cosa può spingere una donna ad essere attratta da un’altra donna?
Credo ci possano essere molte motivazioni. E’ un discorso strettamente personale e per questo unico. Io credo che generalmente sia una cosa che nasce con noi; poi di certo alcuni traumi possono influenzare il corso delle cose. Io trovo l’omosessualità come una parte integrante del ciclo naturale della natura. E’ una questione di gusti, come in tutto. Del resto è ormai provato che l’omosessualità esiste anche nel regno animale. Non credo che per loro sia una questione di traumi.
- In realtà, Giulia e Giada cosa cercano l’una nell’altra?
Cercano la passione, il superare le proprie paure, il rimanere ancora indipendenti, il non entrare definitivamente nel mondo ‘degli adulti’ così noioso e privo di stimoli.
La figura maschile è cambiata negli ultimi anni?
Io credo sia decisamente cambiata, un po’ perché la donna ha liberato se stessa dal ruolo che le è stato appiccicato addosso per secoli, un po’ perché la figura dell’uomo maschilista non va più bene per una società sempre più staccata da convenzioni religiose, politiche e familiari. Per fare un discorso più ‘ampio’ credo che l’intera umanità stia mutando e non ci siano più dei ruoli prestabiliti e fermi come c’erano fino a qualche anno fa. Fa parte dell’evoluzione della specie? Credo di si!
- Quanto “un’infanzia tradita” ha lasciato il segno nel personaggio di Giulia?
Ha lasciato un fortissimo segno, nel bene e nel male. E’ diventata una persona con una sensibilità molto acuta e ‘tirata’ come una corda di violino. D’altro canto, si è rinchiusa in un mondo tutto suo, che porta avanti con tutti gli sforzi possibili. Cerca di riempire il vuoto che ha dentro concentrandosi all’esterno, cercando di realizzarsi come donna e non come compagna.
- C’è stato un “tradimento” nella tua infanzia?
Triplo. Difficile scrivere accuratamente di sofferenza se non la si è provata su sé stessi.
- Com’è stato il rapporto con la tua mamma nell’infanzia e nell’adolescenza?
Ero innamorata di mia mamma. Poi da grande ho rivisto la sua figura assente e gelida sentimentalmente.
- Nel libro percepisco un grande amore per la vita, un amore viscerale e profondo. Cos’è per te la vita? Cos’è l’amore?
Amo ed odio la vita. In maniera viscerale e profonda, alla stessa maniera, in giorni alterni. Non credo che in piccoli attimi di felicità per noi esseri umani. Il resto è lotta contro la sofferenza ed il senso di solitudine ed abbandono. Sogno molto e non posso che sentirmi distaccata da una società che diventa ogni giorno più assurda. E soprattutto che non rispetta il ciclo naturale delle cose: delle persone e della natura.
- Nel tuo romanzo “Un mondo. Due donne” le protagoniste sono al centro del loro mondo. Alessia Massimiliano si sente al centro del suo mondo oppure le piace “guardare” la vita da un angolo?
Mi sento al centro del mio mondo, dopo averlo osservato dall’esterno per molti anni. Al centro dei miei desideri più profondi. Lotto con accanimento per realizzare qualcosa. O forse semplicemente per non morire di tedio e noia.
“Forse siamo solo tutti viaggiatori con troppi bagagli di sofferenze ed un’ombra sopra il cuore” leggo nel romanzo di Alessia e mi sembra di vederla, mentre tra la nebbia di una fredda e umida giornata invernale, cammina ai lati di un binario in una stazione qualunque. Ha con sé troppi bagagli che le impegnano le mani, ma è pronta a gettarli a terra, appena potrà scorgere di fronte a lei quella persona con cui continuare il suo viaggio. Quella persona capace di allontanare l’ombra che è “sopra il suo cuore”.
NOTE SULL’AUTRICE
Alessia Massimiliano è nata a Milano dove vive. Ha lavorato nel campo della ristorazione. Scrive poesie e racconti. E’ soprannominata “gatta randagia”, perché viaggia molto. Nel gennaio 2011, con un racconto erotico ha vinto il Concorso “Decamerone 2010”.
– Paola Testaferrata –