Caro energia e siccità con il taglio dei raccolti spingono i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande che fanno segnare un aumento complessivo medio del +10,5% che, di conseguenza, ha costretto gli italiani a tagliare gli acquisti nel carrello della spesa. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e che vede, tra l’altro, un’accelerazione dei prezzi dei vegetali (+12,4%) e della frutta (+8,3%).
Con l’aumento dell’inflazione più di un italiano su due (51%) ha tagliato la spesa nel carrello a causa dell’aumento record dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto dei cittadini. Secondo i risultati dell’indagine si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.
“Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount, alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto, che devono seguire regole precise, ai buoni spesa.
Il risultato è un crollo dell’11% degli acquisti in quantità di frutta e verdura rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo. Secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia emerge che il consumo di frutta delle famiglie nel primo semestre del 2022 si è attestato a 2,6 milioni di tonnellate in quantità.
“Gli italiani – precisa – hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita. L’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. Ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretto in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea”.
In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.
“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni – afferma in conclusione il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. Bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa degli italiani”.