Luca Abete, “inviato” della trasmissione “Striscia la notizia” di Canale 5, condannato dal Tribunale di Avellino per le offese su Facebook indirizzate al direttore editoriale di Ondanews Rocco Colombo.
Il giudice monocratico del Tribunale di Avellino Sonia Matarazzo, infatti, ha condannato Luca Abete per il reato previsto dall’art. 595, terzo comma del codice di procedura penale, che punisce “chi arreca offesa a mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità”.
Per effetto di tale sentenza, l’inviato di “Striscia la notizia” è stato condannato al pagamento della multa di 2.000 euro, oltre al pagamento delle spese processuali.
“La pronuncia – si legge nella motivazione della sentenza – è prova della sussistenza del nesso di causalità tra la condotta criminosa accertata e i danni patiti dalla parte civile nella persona del giornalista Rocco Colombo al quale l’Abete dovrà risarcire, a norma dell’art. 538 del codice di procedura penale, danni da liquidarsi in separato giudizio civile”.
I fatti si riferiscono al 10 Febbraio del 2012 allorquando la troupe di “Striscia la notizia” si recò presso il centro ippico di proprietà di Antonio Marmo dell’Agriturismo “Erbanito” di San Rufo, rappresentando presunte irregolarità commesse dal titolare, relativamente al rilascio di patentini equestri. Nell’occasione si registrò un’aggressione di Antonio Marmo alla troupe di “Striscia”.
Il servizio su Canale 5 ebbe un grande risalto mediatico e il titolare del centro ippico di San Rufo, al fine di poter dare la sua versione dei fatti, si recò presso la redazione di Ondanews chiedendo di poter essere intervistato. Nel corso dell’intervista Antonio Marmo aveva intanto dichiarato le sue scuse per la reazione violenta sfociata nell’aggressione alla troupe di Canale 5, determinata dal fatto, secondo la sua versione, che si era sentito ingannato dal modo in cui l’emittente aveva realizzato il servizio.
Ad Abete, evidentemente, l’intervista non era piaciuta in quanto sulla sua Pagina Facebook definiva il giornalista Rocco Colombo “patetico e fazioso”, nonché “mancante di professionalità”.
Sulla sua stessa pagina, il giorno seguente, l’intervistatore di “Striscia” rincarava la dose , commentando “nella sua penna scorre saliva, invece che inchiostro”.
In sede processuale Abete ha esposto la sua versione, spiegando che il suo non era stato un “giudizio offensivo” ma soltanto “un’analisi corretta di una modalità oggettivamente poco professionale” ma il Tribunale lo ha ritenuto colpevole del reato di diffamazione per aver scritto e diffuso “parole gravemente infamanti, inutilmente umilianti della professionalità del giornalista Colombo e, in quanto dileggianti, certamente esorbitanti il limite della continenza”.
Rocco Colombo, costituitosi parte civile, è stato rappresentato, nel processo svoltosi presso il Tribunale di Avellino, dall’avvocato Antonio De Paola, del foro di Lagonegro, patrocinante in Cassazione.
Non ricordavo più la questione e apprendo con vivo compiacimento la condanna inflitta a Luca, inviato di “Striscia la notizia” di Canale 5. E’ invero sorprendente che il Sig. Abete, nell’esporre la sua versione ebbe a spiegare che il suo non era stato un “giudizio offensivo” ma soltanto “un’analisi corretta di una modalità oggettivamente poco professionale”. Eccone un altro che assiso allo scranno della sapienza giornalistica sentenzia che Rocco Colombo avrebbe svolto con “modalità poco professionale” il suo lavoro. Incredibile! Quando si parla di presunzione si conclude quasi sempre che più piccola è la mente più grande è la presunzione. Forbes diceva che “La presunzione è reato di favoreggiamento verso se stessi”. Luca Abete ha un “colosso” per il quale lavora alle spalle e forse è per questo che si senta lui stesso in gigante. Ma abbiamo imparato ormai che “se vediamo un gigante, esaminiamo prima la posizione del sole e ci assicuriamo che non si tratti dell’ombra di un pigmeo”. Tutta la mia solidarietà all’ottimo Rocco Colombo, giornalista emerito da sempre.