“Scopo della Giornata della Memoria è conservare il ricordo dell’orrore sorto nel cuore dell’Europa, delle vittime, del dolore, ma al contempo anche l’esempio di tante persone giuste. Per fortuna c’è ancora in vita qualcuno che quegli orrori li ha vissuti, è sopravvissuto e ha preso l’impegno con la propria coscienza di raccontarli, così come hanno fatto tanti che oggi non ci sono più. Queste persone hanno tenuto in vita la memoria, e l’hanno consegnata alle nuove generazioni affinché non sia dispersa. Dobbiamo essere consapevoli che spetta a ciascuno di noi raccogliere quella testimonianza e passarla a nostra volta alle generazioni successive”.
Sono parole di Pietro Grasso, Presidente del Senato, che ci mettono di fronte ad un impegno, quello della memoria, del ricordo di un massacro folle, senza senso, che parla un linguaggio brutale, che si concretizzò in deportazione, prigionia, sofferenza, morte.
Anche in questo 27 gennaio vogliamo parlare della Shoah, ne vogliamo parlare ai giovani, vogliamo ricordare quei cancelli spalancati ad Auschwitz, in un inferno che sembrava non lasciare scampo, senza spazi e senza tempi. Solo cadaveri. Di bambini, donne, uomini, anziani, giovani. Senza alcuna distinzione. Solo morte.
Non stanchiamoci di parlare di quel massacro, continuiamo con forza, affinchè il messaggio di speranza affidato ad ognuno di noi non venga sottovalutato, dimenticato. Non lasciamo passare questo giorno come un giorno qualunque: è la Giornata della Memoria.
Sono trascorsi 71 anni da quel 27 gennaio 1945, quando i soldati dell’Armata Rossa liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista.
Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell’umanità.
Dalla fine degli anni ’30 al 1945, in Europa, furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.
Abbiamo una responsabilità: fare in modo che quell’orrore non si ripeta mai più.
Opponiamoci sempre alle forme di “ghettizzazione” di chi sembra “diverso”, abbattiamo i muri dell’odio e dell’indifferenza, impariamo a guardare l’altro senza preconcetti, impariamo ad essere accoglienti, a non respingere con violenza, ma ad ascoltare e dialogare.
Queste parole non sono rivolte ad altri, ma a ciascuno di noi, che continuiamo a guardare, con rabbia ed impotenza, le immagini di nuove vittime della violenza delle guerre e della povertà.
Ondanews vuole celebrare questo giorno con immagini forti, toccanti: il direttore editoriale di Ondanews, Rocco Colombo, direttamente da Auschwitz ci parla di quell’inferno in terra, affinchè il messaggio sia ancora più deciso e le “persone giuste” di cui parla il Presidente Grasso diventino una testimonianza sempre più importante, soprattutto per i giovani.
– Filomena Chiappardo –
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