Ci sono giorni che non possono passare inosservati, evocano ricordi, chiamano in causa la memoria e l’impegno.
Uno di questi ĆØ il 23 settembre: 30 anni fa, il 23 settembre 1985, il giovane giornalista Giancarlo Siani venne trucidato dalla camorra sulla sua Mehari.
“Giancarlo vive ed ĆØ uno di noi”: a Torre Annunziata, cittĆ della quale il cronista raccontava le storie di camorra, di potere e di miseria, 8000 studenti hanno sfilato per ricordare il giornalista.
In testa al corteo la Mehari, guidata da Paolo Miggiano della Fondazione Polis. Un gesto fortemente simbolico, che a distanza di 30 anni parla alle coscienze.
Parla di una lotta che ancora non si ĆØ conclusa, della storia di un ragazzo che ĆØ stato trucidato per amore della veritĆ e che, in questo amore, continua a vivere oltre la morte.
Torre Annunziata ha ricordato cosƬ un giornalista che raccontava e documentava i fatti.
Parlare di Siani per noi, per me, ĆØ sempre difficile. Ma questa difficoltĆ non deve rappresentare un ostacolo. Bisogna raccontare, bisogna mantenere viva la memoria. Bisogna che Giancarlo continui ad essere un esempio, un riferimento, nonostante le paure, le fragilitĆ , le stanchezze.
Essere giornalisti non ĆØ facile, ĆØ un mestiere della mente e del cuore, che non ha orari, che diventa totalizzante, ma che continua ad affascinare e ad attirare tanti giovani. La storia di Giancarlo, semplice e tragica, ci ricorda che l’amore per la veritĆ può costare caro, ma spinge ad andare oltre le apparenze, a raccontare, a documentare.
Essere giornalisti non ĆØ facile, non lo ĆØ in nessun luogo, non lo era ieri e non lo ĆØ oggi, Giancarlo lo sapeva bene.
La Mehari, simbolo di legalitĆ , a Torre Annunziata ĆØ passata anche davanti palazzo Fienga, roccaforte dei Gionta, sgomberato a gennaio dalle Forze dell’Ordine. Momento intenso, accompagnato da sentimenti di commozione.
Speranza. La storia di Giancarlo ĆØ una storia di speranza. Non può esistere rabbia e disperazione dove c’ĆØ stato un amore cosƬ forte per la veritĆ .
Sono tanti i giornalisti minacciati, che mettono a rischio la vita per raccontare.
Il ricordo di Giancarlo oggi ĆØ dedicato in modo particolare a loro e alla loro speranza, che era anche quella di Siani, di vivere in una societĆ sana, senza ingiustizie e veramente libera.
– Filomena Chiappardo –
