E’ di pochi giorni fa la notizia di un padre francese che ha sculacciato il figlio di 9 anni ed è stato condannato a pagare 500 euro di multa e altri 150 euro di danni morali alla mamma del bambino dalla quale si sta separando. In Francia le sculacciate non sono vietate, nonostante i tentativi di introdurre una legge in tal senso, esistente nella maggior parte dei Paesi europei tra cui l’Italia (titolo XI del Libro II del Codice Penale).
Che le sculacciate facciano male, non solo fisicamente, è evidente, ma per chi avesse dei dubbi ci sono le conferme di importanti studi scientifici. Già nel 2009 uno studio americano aveva sancito la pericolosità delle punizioni corporali, anche se di natura lieve come la sculacciata: ricercatori di diverse università avevano dimostrato come i bambini “castigati” mostrassero un rischio triplicato di comportamenti anti-sociali, oltre a risultati meno positivi ai test sulle capacità cognitive.
Ora un nuovo maxi-studio americano conferma questi dati. Alcuni studiosi della Columbia University di New York hanno analizzato 1.900 bambini, prendendo in esame l’eventualità che i piccoli fossero stati sculacciati a 3 e 5 anni, e nel caso quanto spesso. Lo studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics, parla chiaro: il 57% delle mamme e il 40% dei papà presi in esame ha sculacciato i propri figli a tre anni di età: quando i bambini hanno raggiunto i 5 anni la percentuale è scesa al 52% per le mamme e al 33% dei papà. I bambini sculacciati a 5 anni hanno successivamente evidenziato comportamenti più aggressivi della norma, un vocabolario ridotto e capacità verbali inferiori alla media. Gli effetti più negativi sono stati individuati nei piccoli che erano stati sculacciati in media due volte a settimana dalle madri.
Il problema delle punizioni fisiche sui bambini è stato affrontato un anno e mezzo fa da Save The Children che ha rivelato come, secondo un’indagine Ipsos, più di un quarto dei genitori italiani (27%) ricorra allo schiaffo: qualche volta al mese (22%) o quasi tutti i giorni (5%). L’organizzazione aveva allora lanciato la campagna “A mani ferme”, a favore della genitorialità positiva: per chi fosse interessato Save The Children ha pubblicato una guida, disponibile online.
Bibliografia: www.corriere.it