E’ il giorno del dolore e dell’addio per Teggiano e per l’intera Diocesi che questa mattina, nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore, hanno dato il loro ultimo, commosso saluto a don Donato Romano, parroco della stessa Cattedrale che la sera di Capodanno ha prematuramente perso la vita a causa di un malore proprio dopo aver celebrato la Santa Messa.
Don Donato, originario di Sassano, aveva 49 anni e la sua scomparsa ha lasciato attonita e sconvolta la comunità dei fedeli, increduli di fronte ad una notizia tanto drammatica.
Le esequie, celebrate dal Vescovo, Padre Antonio De Luca, hanno visto la presenza di tutti i presbiteri e i diaconi della Diocesi, oltre che dei familiari del povero sacerdote scomparso, dell’Amministrazione comunale di Teggiano e dei Sindaci e amministratori dei paesi dove aveva prestato il suo servizio sacerdotale, tra cui Ottati, Aquara, Corleto Monforte, Sant’Angelo a Fasanella, Polla e Montesano sulla Marcellana. Presenti anche il Comandante della Stazione Carabinieri di Teggiano, Maresciallo Francesco Pennisi, e il Comandante della Polizia Municipale, Antonio Di Zeo.
Don Donato, tra le varie opere portate a compimento nel suo cammino religioso, era stato anche cappellano dell’ospedale “Luigi Curto”, mostrando sempre una sentita e amorevole vicinanza agli ammalati e ai loro familiari nei momenti più difficili.
“La morte improvvisa del carissimo don Donato ci ha lasciato attoniti in una naturale e istintiva ribellione dell’animo, con tanti interrogativi – ha affermato Padre Antonio De Luca nel corso della sua omelia -. L’ombra della morte, la sera di Capodanno, ci ha tolto la gioia dell’inizio. L’esperienza della sofferente caducità dell’uomo chiama inevitabilmente in causa Dio, suscita interrogativi e dubbi. Ma in questo mistero si sta solamente con il silenzio adorante e meditativo. Mai come in questo momento avrei preferito vivere con voi il silenzio fecondo, ma a noi Vescovi non è lecito esimerci dall’annunciare la parola di Dio, per indicare a me e a voi la meta pasquale della morte. Per noi cristiani la fine dei tempi non viene dopo, ma è già qui presente nella misura in cui la costruiamo con pazienza e lungimiranza affinché Cristo trasfigurerà il nostro corpo nel suo corpo glorioso. Questa è una forma di restituzione a Dio del Ministero di don Donato, che è stato un dono di Dio e a cui oggi lo restituiamo. È stato un prete generoso, sobrio, essenziale, non amava la ribalta, costruiva legami con il suo tratto distintivo di amicizia, lealtà e semplicità“.
Al termine della celebrazione eucaristica sono intervenuti i diversi amministratori comunali presenti nella gremita Cattedrale per pronunciare parole di stima e immortale affetto ricordando la bontà d’animo di don Donato Romano.