La storia del Vallo di Diano non finisce mai di sorprendere e questa volta la sorpresa ce la dà il professore Colitti, nativo di Sala Consolina, ex docente di scuola superiore, presidente del Centro Studi e Ricerche del Vallo, uno studioso di storia orale di fama internazionale. Che cosa ha prodotto di così importante Colitti da meritare unanime consenso nel campo degli studi? Ebbene, finora la storia del Mezzogiorno era condotta sull’esame delle tre componenti essenziali che ne hanno tracciato il percorso: la Monarchia (normanna, angioina, aragonese, spagnola, borbonica); i Baroni coi loro feudi disseminati dappertutto; e la cosiddetta borghesia con la sua classe intellettuale e professionista. Ebbene, il professore Colitti ha aggiunto, con i suoi studi di storia orale, un’altra componente che finora era rimasta ai margini della ricerca storica: quella del popolo, e particolarmente degli umili, prevalentemente contadini e pastori. Da oltre mezzo secolo Colitti intervista gli esponenti di questa classe sociale e ne riporta, con la registrazione su un numero infinito di cassette, i racconti di vita vissuta in un contesto naturale ed umano di estremo interesse. E vengono fuori, da tali rievocazioni emotive, tutti gli aspetti che caratterizzarono la vita di questi lavoratori dell’ambiente agricolo e pastorale: gli usi e costumi, la mentalità, la solitudine, la religiosità, i miti, la miseria.
Non ci vuole molto a capire che questi suggestivi racconti costituiscono dei veri e propri documenti storici, che finora non sono stati abbastanza studiati e valorizzati per lo studio della società meridionale dei secoli scorsi. Ed è proprio qui l’importanza della costante ed appassionata ricerca condotta dal Colitti con la sua storia orale, che gli ha fruttato una serie di libri e saggi pubblicati in collane prestigiose e su riviste specializzate. Tra questi numerosissimi contributi, che hanno la loro scientificità, ricordiamo “Popolo e risorgimento nella tradizione orale del Vallo di Diano” (1982); il saggio “Storia Orale” in “Storia del Vallo di Diano” (1985); “L’altra America. L’emigrazione meridionale in Puglia” (1990); “L’anello della memoria” (2005) e “Il tamburo del diavolo. Miti e culture del mondo dei pastori” (2012). Ci siamo ristretti a queste poche citazioni, ma la bibliografia colittiana è straordinariamente fitta.
Va detto poi che questo autore possiede un Archivio Sonoro contenente oltre 2000 ore di registrazioni dal 1971 ad oggi, riconosciuto di notevole valore dalla Soprintendenza Archivistica della Campania. Inoltre Colitti ha partecipato a numerosi convegni sulla storia orale tenutisi, via via, a Siena (1993), a New York (1994), ad Istanbul (2000), in Sudafrica (2002), a Roma (2004), a Sidney (2006).
Che dire di più? In un ideale Pantheon degli uomini illustri del Vallo di Diano, Giuseppe Colitti certamente avrebbe il suo posto di rilievo, soprattutto per aver fatto parlare, nelle sue memorabili ed originali interviste, gli umili, contadini e pastori, cioè quelli che di solito non hanno voce nei saggi storici di carattere generale. Il che gli assicura, ovviamente, una costante e duratura presenza nella storia delle tradizioni plurisecolari del nostro territorio.
– Arturo Didier –
FONTE: G. COLITTI, La storia orale, in “Storia del Vallo di Diano”, Vol. III (2), Pietro Laveglia Editore, Salerno 1985, pp. 695-739.