Si è svolta ieri sera al Comune di Polla la riunione dei Sindaci per discutere sulla necessità di fare ricorso al TAR in merito alla chiusura del Punto Nascita dell’ospedale “Luigi Curto”. E’ stato affidato l’incarico all’avvocato Nicola Senatore per redigere il ricorso e al professore Guida per una perizia.
“Sono stati raccolti vari documenti da parte di esperti. Sono fiducioso – dichiara il sindaco Rocco Giuliano – Il nostro auspicio è che venga data la deroga e sospeso il provvedimento. Entro il 15 vogliamo presentare il ricorso”.
L’avvocato Senatore ha ripercorso l’iter della vicenda. “Dal punto di vista giuridico l’autotutela è da subito una soluzione positiva. Il ricorso va fatto ‘al buio’ perché anticipa il provvedimento ablatorio finale – spiega – Bisogna approfondire il perché della proposta della chiusura dei Punti Nascita attraverso l’accesso agli atti”.
Giuliano ha proposto di stilare un documento in cui si evidenziano le criticità del “Curto” per scongiurare altre chiusure di reparti:“Se evidenziamo le azioni da compiere risolviamo il problema”.
Raffaele Accetta, Presidente della Comunità Montana, ha posto l’accento sulla nomina del territorio come pilota delle aree interne:“Non possiamo tollerare che ci vengano sottratti i servizi. Oggi gli ospedali, poi le scuole. Si finanziano queste aree e poi ci penalizzano in questo modo”.
“Domani inviamo richiesta di deroga – ha detto il Direttore sanitario Luigi Mandia– l’impegno dell’ASL c’è tutto. Combattiamo per rendere il ‘Curto’ DEA di 1° livello nel prossimo piano ospedaliero”.
Il sindaco di Sanza Vittorio Esposito ritiene tutti responsabili. “Qualcuno – ha dichiarato – è colpevole perché le cose sono andate diversamente rispetto alle deroghe avute dal 2015. La colpa è di chi non ha vigilato in questi anni, è di noi sindaci. Qualcosa non è andata nel verso giusto. Se si arriva al 56% di cesarei qualcosa non funziona”
D’accordo a sostenere il ricorso gli altri sindaci presenti, tra cui Salvitelle, Montesano, Padula, Sala Consilina, Auletta, Pertosa. “Dai segnali avuti la deroga ci sarà” ha conluso Giuliano.
– Ornella Bonomo –
Mi chiedo tutti i politici che ora si affannano a fare una corsa contro il tempo per evitare la chiusura del reparto maternità dell’ospedale di Polla,cosa hanno fatto per far migliorare il reparto stesso ed evitarne dunque la chiusura. La politica vecchia e clientelare dei nostri territori ci ha portato a questo. Tre anni senza muovere un dito,sicuri delle continue deroghe!
La deroga poi cos’è? È come voler pulire casa nascondendo la sporcizia sotto i tappeti. Il problema resta.
Il danno grave ed irreparabile non è solo per le donne partorienti e per i bambini nascituri nel vasto territorio del Vallo di Diano e Tanagro e Golfo di Policastro, ma per tutte le donne che risiedono in questi territori. La chiusura dei Centri nascita di Polla e di Sapri comporta la soppressione dei Reparti di Ostetricia ginecologia e dell’unità neonatale in entrambi gli Ospedali, con la soppressione di tutti i relativi posti letto, dedicati anche alla tante patologie ginecologiche.
Ne deriva che, in assenza di Medici Ginecologi in servizio, non potranno essere diagnosticate né curate in questi due Ospedali tutte le malattie, anche tumorali e degenerative, che affliggono la donne dalla nascita e fino alla conclusione della loro vita. Per tutte le donne non potrà essere garantito il Pronto Soccorso ginecologico, che a Polla come in tutti gli Ospedali ha sempre funzionato con Medici del Reparto di Ostetricia-Ginecologia. Per le donne partorienti il danno è ulteriormente grave ed irreparabile, venendosi sicuramente a costituire un pericolo grave nel trasporto, in quanto sul territorio non è attivo il Sistema di traporto materno (STAM) ed il sistema di trasporto neonatale in urgenza (STEN), ambedue previsti dalla normativa per la sicurezza della madre e del bambino.
Gli Ospedali di Polla e di Sapri vengono “negati” alle donne con profili di evidente illogicità e anticostituzionalità, in relazione all’art. 32 della Carta costituzionale, che prevede l’assistenza sanitaria per tutti i Cittadini, senza alcuna discriminazione di sesso.