Il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco e dello spaccio di droga nel Cilento e un sensibile incremento della presenza della ’ndrangheta nel Vallo di Diano. Queste le novità contenute nella relazione della Dna sullo stato della criminalità organizzata. Come si legge sul quotidiano La Città di Salerno, per quanto riguarda il Diano la situazione è notevolmente peggiorata con la chiusura, nel 2013, del Tribunale di Sala, poi accorpato a quello di Lagonegro.
“Il mutamento della geografia giudiziaria dell’area – si legge nella parte dedicata alla criminalità lucana – ha prodotto importanti mutamenti anche sugli assetti e dinamiche della criminalità organizzata del potentino, accentuando, purtroppo, l’influenza e le interessenze, prevalentemente nelle zone del lagonegrese e di Sala Consilina, della contigua ‘ndrangheta calabrese“. La presenza del tribunale a Sala era un deterrente per la criminalità organizzata, prova ne è il numero dei processi penali che ora sono aperti a Lagonegro. Cifre che sono aumentate esponenzialmente dopo l’accorpamento del presidio del Diano. Nel Cilento, invece, l’attività illecita maggiormente in crescita è quella del riciclaggio e del reimpiego sul territorio di ingenti flussi di danaro di illecita provenienza, investiti in loco da sodalizi c.d. “esogeni”, provenienti, in particolare, dalla zona del Napoletano. “Emblematici – si legge nella relazione – sono, in tal senso, sia gli interessi economici del clan Fabbrocino, sia i risultati di una più recente attività investigativa che ha accertato la presenza di interessi del clan Cuccaro, proveniente dalla zona di San Giorgio a Cremano, Cercola e San Giuseppe Vesuviano, sul territorio di Agropoli e Camerota».
Come riporta questa mattina il quotidiano salernitano, nella relazione si parla anche dell’affare rifiuti. In particolare il Pg Primicerio fa riferimento ai procedimenti aperti “a carico di Morgan e Giovanni Meluzio (figli del più noto Antonio Meluzio) e Francesco Toriello, titolari della Sele ambiente srl, aventi collegamenti con associazioni criminali pugliesi (oggetto di provvedimenti da parte della Dda di Bari) ed operanti nel settore del ciclo dei rifiuti, a carico degli amministratori delle società Hidro Production con sede a Capaccio e Seven Group con sede in Marcianise e di altre numerose persone operanti in Capaccio, ed a carico di Tommaso Palmieri ed altri operanti in Polla, in Battipaglia ed in altri Comuni del salernitano tramite una rete organizzativa capillare che ha coinvolto in attività illecite anche pubblici ufficiali di alcuni comuni interessati alle attività di smaltimento dei rifiuti solidi urbani effettuate dalle aziende gestite dal Palmieri e da altri indagati”.
Si legge su La Città di Salerno che nella Piana i clan si stanno riorganizzando. Accade soprattutto a Battipaglia, Eboli e Campagna. “Anche qui (per tutte, il territorio di Montecorvino – Bellizzi-Battipaglia), accanto al già segnalato fenomeno del rientro in campo di ex appartenenti a consorterie criminali – scrive Primicerio – si conferma l’attivismo di giovani criminali”. Per quanto riguarda Battipaglia, Bellizzi, Eboli e la Piana si segnala “l’organizzazione facente capo a Pierpaolo Magliano, collegato al noto capo clan Giffoni. Gli accertamenti hanno condotto alla individuazione di un’associazione a delinquere di stampo mafioso, oltre che di una associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, particolarmente attiva nel territorio di Battipaglia dal 2009 al 2012″. Un sodalizio che si pone “in linea di continuità operativa rispetto al precedente clan Giffoni, il quale, a sua volta, si collocava sulla scia del clan Pecoraro”.
“Tale successione cronologica – osserva il Pg – confermata anche dalla presenza all’interno delle formazioni criminali sopravvenute di elementi presenti in quelle precedenti, impone nell’attualità la massima attenzione al fine di scongiurare il pericolo, invero concreto, della costituzione di un nuovo gruppo egemone a Battipaglia”. Per quanto riguarda Capaccio “è stata accertata l’operatività di una associazione criminale dedita all’usura ed alle estorsioni, diretta dal noto capo clan della Nco Giovanni Marandino, nonché sono attivi filoni di indagini relative ad altre aggregazioni che sembrano essere finalizzate alla ricostituzione degli ex clan De Feo, Pecoraro-Renna e Maiale”. Accertata l’esistenza di altre organizzazioni dedite al traffico di droga che fanno capo “a Costantino Leo e Luca Pierro”. Sempre per il territorio di Eboli, Capaccio e della Piana del Sele, “sono state svolte indagini sui più di una associazione criminale dedita al traffico di stupefacenti e/o allo sfruttamento della prostituzione di donne straniere ed all’intermediazione illegale del mercato del lavoro, composta da cittadini extracomunitari ed italiani». Analoghe associazioni dedite al traffico di droga, benché di minore consistenza, «sono state rilevate ad Agropoli e nella zona costiera cilentana”.
– redazione –
Il contenuto della relazione in ordine all’ingerenza della criminalità organizzata nel Vallo di Diano, era nota anche quando il Tribunale di Sala Consilina era funzionante. La relazione, alquanto allarmante, non fa altro che aumentare il rischio di una maggiore infiltrazione della criminalità organizzata, ben sapendo che, sotto l’aspetto dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, potrebbe essere “terreno fertile”. Gli sforzi fatti dagli Organi Istituzionali (Carabinieri – Polizia Stradale – Guardia di Finanza presenti nel territorio (fortuna che non sono stati soppressi i Comandi), i quali devono far fronte anche alla riduzione degli organici, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini. La chiusura del Tribunale di Sala Consilina, secondo il mio modesto parere, da parte dei politici nazionali (si sono interessati? Quando? Dopo la chiusura) nulla è stato fatto. I politici locali, nonostante gli sforzi fatti, non sono riusciti a raggiungere l’obiettivo prefissato, vale a dire la conferma del Tribunale, in quanto tutte le iniziative intraprese e gli appelli lanciati, non sono stati presi in considerazione per il semplice fatto che, politicamente, il Vallo di Diano è finito. I referenti politici di tutti gli schieramenti, senza nessuno escluso, parlano e si vedono nel Vallo di Diano solo quando vi sono consultazioni elettorali a livello Nazionale e Regionale, ben sapendo che possono “saccheggiare” voti, visto che il Vallo di Diano, da diversi anni, non è in grado di esprimere un figura politica di rilievo. Ora ne paghiamo le conseguenze.
… e di cosa si lamentano, hanno spinto per la chiusura del tribunale di sala consilina ed ora piangono sul latte versato? in ogni caso ritengo che queste relazioni, lungi dal sollevare allarme e sollecitare l’intervento dello stato, sono funzionali allo scopo di indicare le zone franche dove è possibile delinquere senza correre rischi. una previsione? presto il vallo di diano verrà trasformata in una mega discarica di rifiuti altamente pericolosi. Amen!