Negli ultimi giorni da Salerno al Vallo di Diano si è acceso il dibattito sul preliminare progettuale sulla nuova linea ferroviaria proposto dal commissario governativo, Vera Fiorani, nonché AD di RFI, creando malumori tra territori e quindi tra i relativi politici e cittadini. “Sono in molti a chiedersi da dove provenga la proposta progettuale della nuova linea ferroviaria e se sia una scelta calata dall’alto o da forze occulte che operano contro i territori e la cosa sconcertante è che i dubbi siano paradossalmente prevalenti proprio tra deputati ed amministratori” affermano i membri del Comitato per la riattivazione della Sicignano-Lagonegro.
“Sarebbe bastato – proseguono – seguire i lavori parlamentari che si svolgono nelle commissioni per capire che il grande progetto ferroviario è semplicemente frutto di alcune risoluzioni presentate nei mesi scorsi da vari deputati nell’VIII e nella IX Commissione della Camera, ovvero quelle relative ai lavori pubblici ed ai trasporti“. Il 18 novembre del 2020 è stato approvato un atto con cui unendo le due risoluzioni proposte dall’on. Bruno Bossio (PD), la numero 7-00516 , e dall’on. Ficara (M5S), la numero 7-00580, la VIII e IX Commissione hanno impegnato il Governo, tra le altre cose, anche a identificare le migliori tecnologie per garantire la realizzazione di un nuovo itinerario ad alta velocità sulle direttrici Salerno-Reggio Calabria. Tra le risoluzioni presentate anche quella dell’on. Furgiuele (Lega), la numero 7- 00546, in cui si chiede al Governo di adottare le opportune iniziative di competenza per garantire la realizzazione del nuovo itinerario ferroviario ad alta velocità a sud di Salerno, sviluppando tutte le nuove tecnologie e caratteristiche prestazionali innovative e ambientalmente sostenibili.
“Purtroppo però – continuano – nessuna risoluzione ha suggerito al Governo di prevedere già nel preliminare progettuale una stazione nel Vallo di Diano sulla linea AV/AC (vel. max 250 km/ora) interconnessa con la linea Sicignano-Lagonegro, che nello status di temporaneamente sospesa, anche se dal lontano 87, riaperta al traffico commerciale permetterebbe ai treni regionali, della Sicignano-Lagonegro, di circolare sulla nuova linea, viaggiando a 160 km/ora, così come oggi avviene sulla linea AV/AC tra Salerno e Napoli, via a monte del Vesuvio. Senza la stazione di interconnessione con la linea Sicignano-Lagonegro, l’Alta Velocità non apporterebbe alcun beneficio al Vallo di Diano, al Lagonegrese, all’Alta Val d’Agri e alla Valle del Melandro, in Basilicata. Una stazione di interconnessione è prevista, secondo progetto, solo a Baronissi, con la linea Salerno-Mercato S. Severino. Senza stazioni di interconnessione con la linea tradizionale si farebbe la fine della Ciociaria, in cui si vedono passare i treni AV, senza che i treni regionali in circolazione sulla Roma-Cassino possano, per ragioni tecniche, transitare sulla linea AV (vel. max. 300 km/ora)“.
L’auspicio del Comitato è che i Sindaci, le Regioni e i parlamentari “facciano propria la nostra proposta e che la sostengano in tutte le sedi opportune. A loro chiediamo di ascoltare la nostra volontà, che è anche quella di tutta la società civile come dimostrato pubblicamente dai comunicati delle ultime ore, società che ha voglia di riscatto e che ora più che mai è unita per raggiungere questo obiettivo che contribuirebbe a risollevare le sorti quasi scontate di abbandono del Vallo di Diano“.
I membri del Comitato condividono il pensiero del sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, che ritiene stupida la competizione del Cilento con il Vallo di Diano e intelligente realizzare la nuova tratta e potenziare quella esistente prevedendo più treni, non limitandoli quindi al fine settimana ed ai mesi estivi.
– Chiara Di Miele –