Le contestazioni al regime antidemocratico iraniano, che da due settimane infervorano il Paese, hanno avuto inizio dopo la barbara uccisione di Mahsa Amini, colpevole agli occhi della polizia morale di avere indossato male il velo islamico. Decine e decine di persone, scese in piazza per solidarizzare con le donne iraniane impegnate a difendere la loro dignità e libertà, sono rimaste uccise durante gli scontri con le forze dell’ordine. Di queste ultime ore è la notizia che una 17enne scomparsa qualche giorno fa, Nika Shakarami, è stata ritrovata morta all’obitorio dai suoi familiari con il volto sfigurato dalle percosse.
Perché l’assassinio di Mahsa Amini, come delle altre vittime delle proteste di questi giorni, non rimanga deprivato del suo giusto valore, il Comitato Se Non Ora Quando-Vallo di Diano aderisce al’iniziativa promossa dall’Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia. L’invito è quello di accendere una candela sui balconi, o anche in modo virtuale sui social, oggi alle ore 20 per “non lasciare sola la coraggiosa ribellione delle donne iraniane”.
“Una candela per Mahsa vuole dimostrare la nostra solidarietà alle sorelle iraniane – fanno sapere dal Comitato -. Come ha scritto Masij Alinejad, giornalista e attivista iraniana in esilio negli Stati Uniti, ‘sono le donne che in Afghanistan e in Iran si fanno avanti, a caro prezzo, per resistere ai talebani e alla Repubblica islamica che rischiano la vita affrontando armi e proiettili. Loro continueranno a lottare contro quei regimi e noi che abbiamo il privilegio di vivere in Paesi liberi dovremmo amplificare attivamente le loro voci. Questo è il momento per le donne occidentali di stare dalla parte delle madri, delle figlie e delle sorelle iraniane’”.