Lo scorso 30 gennaio, nella Biblioteca dellāIstituto dāIstruzione Superiore “Pomponio Letoāā di Teggiano, si ĆØ svolto il convegno “Sexting?Ā No, grazieāā, organizzato dal comitato āāSe non ora, quando?āā, nato il 13 febbraio 2011, in occasione di una manifestazione per la tutela delle donne. Lāobiettivo di questo convegno ĆØ stato di sensibilizzare, informare e rendere consapevoli i giovani riguardo un fenomeno sempre più in crescita nellāultimo periodo, il sexting.
Ma che cosāĆØ il sexting? Il sexting consiste nella diffusione tra fidanzati, amici ed altri conoscenti di messaggi o fotografie a carattere chiaramente sessuale tramite telefoni cellulari. Inviare online immagini provocantiĀ indubbiamente può avere varie motivazioni. Spesso lo si fa per mettersi in mostra o, altre volte, per attirare lāattenzione del proprio partner. Quello che, però, non si fa, inviando queste immagini, ĆØ pensare alle conseguenze, in quanto, una volta inviata una foto, questa non ĆØ più gestibile e recuperabile. Oggi, secondo uno studio di āSave the Childrenā, in Italia lā8% degli adolescenti tra i 12 e i 18 anni ed il 4% di quelli tra i 12 e i 14 anni ha focalizzato lāattenzione sul fenomeno del sexting, per non parlare del 22% dei ragazzi, che considera il sexting un comportamento comune tra i loro coetanei.
Nel corso del convegno ĆØ intervenuta la Neuropsichiatra R. Braiotta, che ha analizzato il linguaggio utilizzato oggi tramite i social network.
āUn linguaggio – dice la dottoressa – che sintetizza la cultura orale e scritta e che si avvicina anche al linguaggio primitivo, con lāutilizzo di simboli e formeā. Infine, la dottoressa ha analizzato anche i limiti della tecnologia e delle relazioni che si vengono a creare tramite i social network. ā Queste sono relazioni poco definibili e controllabili, che impediscono la nascita di un vero sentimentoā. Dopo lāintervento della dottoressa Braiotta, lāAvvocato Rosy Pepe ha chiarito le conseguenze penali previste per la diffusione di questo fenomeno, ossia il reato di pornografia minorile e/o di detenzione di materiale pedopornografico.
Ma Cosa si può fare per bloccare questo fenomeno? Per porvi fine ĆØ indispensabile lāutilizzo di 3 verbi: RIFIUTA, BLOCCA, RACCONTA. Vale a dire rifiutare lāimmagine, bloccandola e non inviandola ad altri e, infine, denunciare lāaccaduto alla Polizia Postale e al sito web.
Il convegno si è concluso con la visione di un video dedicato ad una ragazza che, il 5 gennaio 2013, si è uccisa perché vittima di sexting.  Tutto ciò è importante per far capire ai giovani che il sexting non è un gioco, anche se può nascere come tale. Inoltre, poiché il prossimo 7 febbraio si celebrerà la giornata mondiale della sicurezza in rete per i più giovani, sarebbe opportuno che si onori quel giorno incominciando a parlare del sexting e ricordando i ragazzi che per questo hanno perso la vita.
– Antonella Spolzino – Studentessa Istituto dāIstruzione Superiore āPomponio Letoā –