Questa mattina il Consiglio dei Ministri ha approvato due importanti provvedimenti che riguardano la sanità con cui viene approvato un sistema nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa, regione per regione, prestazione per prestazione, per capire dove sia necessario intervenire e in che modo.
L’altra novità fondamentale resa obbligatoria per legge consiste nel meccanismo per il quale il medico che fa la prescrizione deve anche indicare la priorità e il tempo massimo di attesa possibile per quella prescrizione. Le Regioni non potranno più chiudere le liste d’attesa e dovranno organizzarsi per rispettare queste tempistiche. Possono fare ricorso, se non riescono a rispettare i tempi, anche alle prestazioni intramoenia, cioè quelle che i medici effettuano a livello ambulatoriale nelle strutture pubbliche e nelle strutture private accreditate. I cittadini pagheranno solo il ticket e la differenza in termini di costo che dovranno sostenere le Regioni sarà coperta dalle risorse che lo Stato ha stanziato nella Legge di bilancio per l’abbattimento delle liste d’attesa.
Allo stesso tempo il Governo prevede delle norme per evitare abusi nell’attività di intramoenia: le ore di attività libero-professionale non possono in nessun caso superare le ore di attività in ospedale; le visite e le prestazioni sanitarie si possono fare fuori dal normale orario, anche di sabato e di domenica.
Per il 2024 il tetto di spesa per le assunzioni dei medici sale dal 10 al 15% e dal 2025 sarà abolito del tutto e sostituito con un meccanismo capace di calcolare realmente il fabbisogno del personale territorio per territorio. Inoltre per contrastare la pratica dei cosiddetti “medici gettonisti” saranno detassate le retribuzioni dei medici per le prestazioni aggiuntive che servono ad abbattere i tempi delle liste d’attesa, prevedendo un maggiore coinvolgimento degli specializzandi.
Tutto questo sarà accompagnato da un sistema di controlli, premialità e sanzioni, con l’istituzione di uno specifico organismo di controllo presso il Ministero della Salute e prevedendo che i Dirigenti delle Aziende sanitarie che rispetteranno gli obiettivi di riduzione delle liste d’attesa otterranno più soldi, mentre quelli che non li rispetteranno ne avranno di meno.
Nell’articolo 3 del decreto si definisce anche “l’obbligo di un Cup unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato e si prevede la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici (deve essere collegato e interoperabile); per chi è autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell’accreditamento istituzionale (premialità)”.
“Dunque maggiori responsabilità per tutti, per lo Stato, per le Regioni, per i Dirigenti delle Asl, ma anche per i cittadini, che in questo devono anche loro darci una mano – fa sapere Giorgia Meloni -. Se da una parte noi garantiamo l’aumento dell’offerta di visite e prestazioni anche attraverso l’obbligo per ogni CUP regionale di avere la disponibilità sia delle prestazioni fornite dalle strutture pubbliche, sia di quelle fornite dal privato accreditato, dall’altra parte un cittadino che prenota una visita e non può andare deve disdire, perché altrimenti quello sarà tempo perso anche per gli altri. Quindi per rispetto a chi è in fila, i cittadini che non annulleranno la prestazione e non si presenteranno dovranno comunque pagare il ticket anche se in misura ridotta. Queste sono le novità principali dei due provvedimenti che abbiamo approvato oggi, un decreto legge e un disegno di legge, che ci tenevo a farvi conoscere. Sono provvedimenti molto articolati che contengono anche tante altre misure. Penso agli oltre 500 milioni di euro di fondi europei che stiamo destinando alle Regioni del Sud per acquistare macchinari e formare il personale sanitario; penso allo stanziamento straordinario di 60 milioni per i Dipartimenti di salute mentale, in un tempo nel quale il tema della salute mentale sta diventando sempre più preoccupante. Io sono soddisfatta di questo lavoro che abbiamo fatto, desidero ringraziare il Ministro della Salute. Chiaramente c’è ancora molto da fare, ne siamo consapevoli, e intendiamo monitorare costantemente i risultati che daranno questi provvedimenti, ma io penso che siamo sulla strada giusta“.