L’articolata inchiesta sulle tonnellate di rifiuti che dalla Sra di Polla furono spedite al porto di Sousse e poi ritornarono in Italia, precisamente nella zona militare di Persano, ha dei risvolti.
Secondo le conclusioni della Commissione Ecomafie, la Regione Campania è stata superficiale e negligente nell’elaborazione dell’istruttoria per il rilascio delle autorizzazioni all’azienda di Polla per il trasferimento dei rifiuti. Sarebbe bastato infatti leggere la Carta di Basilea per capire quali sono le autorità competenti di ogni Stato e quindi chi contattare in Tunisia. Il funzionario della Regione Vincenzo Andreola, oggi indagato, è accusato, infatti, di essersi fidato dei dati falsi forniti da Sra e dai funzionari tunisini, probabilmente corrotti, invece che verificare sul sito web le giuste competenze.
La Commissione Ecomafie ritorna anche sul punto inziale, ovvero sul perché quei rifiuti furono spediti in Tunisia. Infatti, secondo quanto riporta “La Città di Salerno”, la Regione Campania aveva indicato come “non più recuperabili” quei rifiuti che quindi bisognava destinare ad un inceneritore o ad una discarica, non a Sousse. Secondo i commissari, la Regione avrebbe dovuto emettere un decreto di diniego.
In conclusione, la Regione è accusata di aver spedito materiale irrecuperabile in un impianto di recupero.
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