Domani, mercoledì 8 aprile, è in programma la prima udienza dibattimentale del processo “Chernobyl” e, a questo proposito, il Codacons Vallo di Diano, attraverso un comunicato a firma del responsabile della sede Roberto De Luca, esprime delle puntualizzazioni sulla vicenda, auspicando minore lentezza da parte dello Stato per portare più rapidamente a compimento il procedimento ed evitare in questo modo la prescrizione.
“Chernobyl è il nome dell’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere tra il gennaio del 2006 e il luglio del 2007 – spiega De Luca – i 38 imputati, secondo l’accusa, avrebbero concorso tra loro allo smaltimento illecito di 980.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi, procurando per sé un profitto illecito di 50 milioni di euro. Quarantunomila metri quadrati di terreno agricolo posti sotto sequestro nel Vallo di Diano“.
De Luca passa poi a prendere in esame, passo dopo passo, la trafila giudiziaria che vede protagonista l’inchiesta. “Il processo si incardina presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, poi viene trasferito a Salerno. A Salerno la difesa tenta di ottenere un’altra sede per il giudizio – continua il comunicato del Codacons – La prima udienza preliminare nel tribunale del capoluogo di provincia si tiene solo nel 2013, dopo ben sei anni dalla chiusura delle indagini. Rinviati a giudizio tutti i 38 indagati dal GUP Dolores Zarone per tutti i capi di imputazione (tra i quali il disastro ambientale), ad esclusione dei reati di smaltimento illecito e deturpamento delle bellezze naturali (ormai prescritti nel 2013)“.
Passa poi a parlare della lentezza con cui si è giunti alla data di domani che rappresenta, così come la definisce De Luca, “la terza prima udienza dibattimentale“. “La prima udienza dibattimentale avrebbe dovuto svolgersi il 9 aprile 2014 a Salerno – spiega De Luca – Rinviata una prima volta, per difetto di notifiche, al 17 dicembre 2014. Il tutto si rinviava ancora all’8 aprile 2015: un anno andato in fumo per rinvii. La prescrizione del reato di disastro ambientale viene comodamente attesa per l’agosto del 2019“.
Il comunicato del Codacons Vallo di Diano termina quindi con un appello alle “alle istituzioni sensibili della Repubblica Italiana, affinché venga effettivamente tutelata la salute dei cittadini e non si lasci l’odioso reato del disastro ambientale, laddove sussista, impunito“.
– redazione –