Nel Potentino scuole non in regola per quanto riguarda la presenza del defibrillatore e, in molti casi, dove presente non ci sono gli esecutori per l’utilizzo o ci sono problemi con le revisioni periodiche e gli aggiornamenti.
E’ questa la denuncia di Vincenzo Di Gregorio, responsabile di una associazione lucana di volontariato attiva nell’ambito dell’assistenza sanitaria e della formazione sulla cardioprotezione. Lo stesso referente ha inviato una mail tramite posta certificata a tutti i Comuni della Basilicata proponendo il progetto “Comune Cardioprotetto”, basato sul concetto di solidarietà con l’obiettivo di combattere l’arresto cardiaco creando una rete di soccorso tempestiva integrata con il 118, tutelando la salute e il diritto alla vita di ogni persona presente sul territorio comunale.
Vale a dire diffondere la cultura del primo soccorso “laico” in situazioni di emergenza, formare “angeli custodi” ovvero cittadini volontari, attraverso corsi BLS-D (basic life support-defibrillation) e diffondere sul suolo pubblico la presenza di defibrillatori semiautomatici DAE opportunamente segnalati. Ma a dire di Di Gregorio nessun riscontro è arrivato. Lo stesso progetto è stato proposto all’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata, denominato “Progetto Scuola Cardioprotetta”, e si è in attesa di risposta.
“Le scuole nel Potentino – ha dichiarato Di Gregorio – non risultano essere in regola. In particolare, il 10% ha il defibrillatore e dove presenti, in molti casi, non ci sono gli esecutori per l’utilizzo oppure non sono in regola con la revisione annuale. Per quanto riguarda i Comuni, li ho interpellati tramite una mail di posta certificata per coinvolgerli in progetti importanti, ma ad oggi senza alcun esito. Per non parlare di diversi defibrillatori addirittura non funzionanti nelle strutture sportive o negli stessi uffici comunali”.
In Italia ogni anno si verificano circa 60mila arresti cardiaci e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore. Una percentuale che viene definita ancora troppo bassa, visto che con questi dati solo il 4% dei colpiti da arresto cardiaco riesce a sopravvivere. Come viene proposto in molti Paesi europei, solo con un progetto di cardioprotezione efficace si può alzare la percentuale di molto, permettendo così di aumentare considerevolmente il numero delle persone salvate.