Ieri mattina, nella sede del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano a Marsico Nuovo, si è tenuta una conferenza stampa sulla problematica delle attività estrattive nell’area protetta. L’incontro è stato indetto dall’Ente Parco per esporre chiarimenti in merito ai continui attacchi provenienti da alcune associazioni ambientaliste sui nulla osta che gli uffici dell’Ente hanno rilasciato all’ENI e su altri temi inerenti il rapporto tra Parco e petrolio.
Il presidente Domenico Totaro ha voluto documentare funzioni e prerogative dell’Ente a partire dal decreto istitutivo del Parco e dagli accordi precedenti alla sua istituzione. “Ci troviamo di fronte -ha sottolineato Totaro- ad accordi pregressi l’istituzione del Parco che risalgono al ’98 e al 2002 e che vedono contraenti lo Stato e la Regione Basilicata. I nulla osta concessi dall’Ente riguardano attività accessorie, come l’adeguamento di strade e oprere di manutenzione ordinaria e straordinaria, relativi ad autorizzazioni di perforazioni ottenute precedentemente l’istituzione del Parco. Va aggiunto, inoltre che tutti i nulla osta sono sotto il controllo del CTA del Corpo Forestale dello Stato“.
“Oggi – ha spiegato Totaro – delle 14 piattaforme 7 sono nel Parco e ognuna ha diversi pozzi, fatto noto anche ai cittadini, alle amministrazioni comunali e alle associazioni ambientaliste del territorio. La stessa workover non è altro che una manutenzione e un efficientamento dei pozzi esistenti e non riguarda in alcun modo nuove perforazioni. Per quanto riguarda le nuove richieste di ricerca, il direttivo rispettoso delle prerogative della comunità del Parco, prenderà posizione appena arriveranno sul tavolo“.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche il presidente della comunità del Parco Ugo Salera. “Si prospettano nuove richieste per le concessioni Montecavallo, Pignola e La Cerasa da parte della Shell -ha dichiarato Salera- e su questo ho invitato la comunità del Parco a pronunciarsi e ne ho convocato la riunione il prossimo 26 febbraio. A titolo personale posso dire che la situazione che vive il nostro territorio non permette assolutamente altre attività di estrazione petrolifera. Siamo in una zona antropizzata, a ridosso di zone abitate e con valenza naturalistica. Il limite delle estrazioni raggiunto è un limite massimo“.
– redazione –