Il Gup di Potenza, Lucio Setola, ha rinviato a giudizio sei delle dieci persone indagate a vario titolo nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano, per la morte avvenuta nella primavera 2020, nelle prime fasi della pandemia, di due uomini di Potenza, Antonio Nicastro e Palmiro Parisi, i cui familiari denunciarono il ritardo nell’esecuzione del tampone.
I rinviati a giudizio sono il direttore generale facente funzioni dell’Azienda sanitaria di Potenza, Luigi D’Angola (all’epoca dei fatti direttore sanitario dell’Asp), Michele De Lisa (direttore dell’Unità complessa di Igiene e sanità pubblica dell’Asp), Nicola Manno (medico della stessa Unità complessa), Silvana Di Bello (medico del “San Carlo”, assolta invece per l’accusa di “omicidio colposo”), Maria Tamburrino e Maria Neve Gallo (centraliniste del 118 Basilicata soccorso). La prima udienza dinanzi al Tribunale Collegiale di Potenza si terrà l’1 marzo 2023.
Deciso il non luogo a procedere per il direttore sanitario dell’ospedale “San Carlo” del capoluogo lucano, Angela Pia Bellettieri, per il coordinatore della task force regionale sulla pandemia, Michele Labianca, per la centralinista del 118 Basilicata soccorso Carmelina Mazza e per l’infermiera Pasqualina Sarli.
Stando alla ipotesi accusatoria, dietro le morti per Covid del blogger Nicastro e dell’imprenditore Parisi, ci sarebbe stata una lunga serie di omissioni. Mentre i pochi tamponi diagnostici a disposizione, in quei primi giorni di pandemia, sarebbero stati sperperati a favore di una serie di privilegiati.