A Papa Francesco sta a cuore la famiglia e ne parla, ne parla tanto.
Dal 17 dicembre 2014 al 16 settembre 2015, nelle sue udienze generali del mercoledì, ha scelto di parlare di lei, approfondendone il mistero, la bellezza, la difficoltà , le sfide che si trova ad affrontare e regalando al tempo stesso ammonimenti e consigli.
Alla luce del “Sinodo straordinario della famiglia”, voluto dal Santo Padre, abbiamo incontrato Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano – Policastro, con il quale abbiamo discusso di tematiche importanti ed attuali.
- Un tema che divide l’opinione pubblica e di cui si sta discutendo con grande interesse è quello relativo ai divorziati risposati riammessi ai Sacramenti.
Il Sinodo che il Santo Padre ha indetto per riflettere sul compito e sulla missione della famiglia ha una prospettiva esclusivamente pastorale senza escludere l’aspetto dottrinale: il Sinodo non vuole cancellare la dottrina della Chiesa, non vuole apportare grandi riforme, ma vuole fare in modo che la dottrina scenda nella vita quotidiana delle persone. Il Sinodo sulla famiglia non si può ridurre alla questione dei divorziati risposati riammessi ai Sacramenti, ma rifletterà nella sua globalità sul progetto che Dio ha sulla coppia umana, sulla famiglia, questo Sacramento dell’amore di Dio. Per quanto riguarda i casi particolari, straordinari che riscontriamo, noi ci aspettiamo indicazioni chiare e precise da parte del Santo Padre Papa Francesco.
- Quale può essere l’atteggiamento verso gli omosessuali che chiedono di formare una famiglia?Â
La Chiesa non ha mai puntato il dito contro l’errante, la Chiesa punta il dito contro l’errore e mostra misericordia verso l’errante, condanna il peccato e non il peccatore. La Chiesa rispetta da sempre quelle forme di legislazione che cautelano tutte le convivenze, pertanto la preoccupazione è che nelle legislazioni occidentali che si definiscono “progressiste” non si confonda la “famiglia naturale” con altre forme di convivenza. La famiglia naturale, così come la definisce anche la nostra Costituzione, è quella formata da un padre, una madre e i figli. Non è un problema riconoscere i diritti di altre forme di convivenza, il problema è dire che quella è una famiglia naturale e su questo, evidentemente, si tradiscono quei grandi concetti dei valori naturali che non siamo noi a darci, ma che vengono dal di fuori di noi.
- Un altro tema molto attuale e scottante è quello relativo ai sacerdoti pedofili, cosa sente di dire in merito?
In questo caso il Santo Padre ha dato delle indicazioni molto chiare, già con Papa Benedetto si diffusero delle norme, disposizioni in merito ai “delicta graviora”, tra i quali c’è anche questa forma gravissima di offesa alla dignità dei bambini e della persona umana. Bisogna avere il coraggio di denunciare alle autorità per frenare queste manifestazioni: i silenzi, gli atteggiamenti omertosi, quell’atteggiamento a “voler coprire” non fanno altro che moltiplicare questi gravissimi delitti. Allora, sempre il coraggio di denunciare e il coraggio di prendere le dovute precauzioni nei confronti di chi dovesse perpretare questi terribili abomini.
- Papa Francesco ha introdotto una forma di processo più breve sulla nullità dei matrimoni, nei quali questa sia sostenuta da “argomenti particolarmente evidenti”, tra i quali mancanza di fede, brevità della convivenza, il permanere di una relazione extraconiugale. Giudice è il vescovo diocesano. Lei ritiene sia una procedura al passo con i tempi?
Papa Francesco ha voluto snellire le procedure ai tribunali ecclesiastici che si occupano delle dichiarazioni di nullità dei matrimoni. La dichiarazione di nullità riconosce inesistente un vincolo che non c’è più. Il contributo di Papa Francesco è particolarmente attuale, positivo: sta a noi riuscire a collocarlo nella giusta dimensione e, soprattutto, applicarlo nelle Diocesi, nelle modalità che la Conferenza Episcopale Italiana deciderà .
- Qual è il messaggio che vuole rivolgere alle famiglie della Diocesi di Teggiano – Policastro?
Voglio chiedere alle famiglie di non perdere la fiducia e la speranza. I momenti, i tempi sono difficili, ma non disperdiamo questo patrimonio umano e spirituale che è la famiglia e che ci ha consentito di arrivare fino ad oggi e che è stata la fonte della nostra tradizione, dell’educazione. Voglio incoraggiare le famiglie a farsi testimoni, portatrici di questo progetto grande: tante nubi si addensano all’orizzonte, molte tempeste, poche norme che aiutano la famiglia, ma non scoraggiamoci e andiamo avanti.Â
– Filomena Chiappardo –Â