Legambiente presenta i numeri del nuovo report “Mare Monstrum” sull’aggressione criminale alle coste e al mare. I dati del 2023 sono da codice rosso per coste e mare italiano sotto scacco delle illegalità. Impennata dei reati ambientali, 22.956 quelli accertati, +29,7% rispetto al 2022. Insieme alle violazioni amministrative, la media è di 8,4 illeciti per km di costa, uno ogni 119 metri. Ciclo illegale del cemento (che contribuisce al 45% del totale dei reati accertati lo scorso anno), dei rifiuti, mare inquinato, pesca illegale si confermano gli illeciti più diffusi. Preoccupa anche la violazione delle normative che regolano la nautica da diporto: 2.059 illeciti penali accertati anche nelle aree marine protette (+230% rispetto al 2022).
Il nuovo report viene presentato alla vigilia del 14° anniversario dell’uccisione a Pollica del sindaco pescatore Angelo Vassallo, per tenere viva la memoria del suo impegno contro speculazioni e illegalità. Illeciti che purtroppo aumentano ogni anno a un ritmo sempre più intenso: 25.545 le persone denunciate nel 2023, in aumento del 43% rispetto al 2022. Cresce, però, l’efficacia dell’azione repressiva, come dimostra il numero di persone arrestate (204, +98,1% rispetto al 2022) e quello dei sequestri, pari a 4.026, in crescita del 22,8% sul 2022. Un reato su due (50,3%) si concentra nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania (3.095 illeciti penali), Sicilia (3.061), Puglia (3.016) e Calabria (2.371), che guidano nell’ordine la classifica regionale seguite dal Lazio (1.529 reati) e dalla Toscana (1.516). Nelle prime dieci regioni figurano Sardegna, Veneto, Liguria e Marche, seguite da Friuli Venezia Giulia (31,9 illeciti per km) e Basilicata (30,9).
Legambiente lancia oggi un pacchetto di 10 proposte che hanno al centro 4 macro temi: la lotta all’abusivismo edilizio, su cui l’associazione chiede di velocizzare l’abbattimento degli immobili abusivi, anche prevedendo finanziamenti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione; la lotta alla mala depurazione per uscire dalle onerose procedure d’infrazione dell’Unione europea investendo sulla realizzazione e sull’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione; il tema dei rifiuti dando piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi; il contrasto della pesca illegale con adeguati interventi normativi e sanzioni davvero efficaci.
Il ciclo illegale del cemento rappresenta da solo il 44,7% di tutte le infrazioni accertate nel 2023. In testa alla classifica regionale c’è la Campania con 1.531 reati accertati, quasi il 15% sul totale nazionale, +21,4% rispetto al 2022, così come di denunce, ben 1.710.
Al cemento lungo le coste si sommano l’abbandono e gli smaltimenti illegali di rifiuti, gli scarichi in mare e la “mala depurazione”. Primo posto in classifica per illeciti di questo tipo spetta alla Campania, anche se in leggera flessione (-2,3%) rispetto al 2022: 1.047 reati, più del 16% del totale nazionale, accompagnati dal record di persone denunciate (1.121), di arresti (43), di sequestri effettuati (561) e di sanzioni, il cui valore ha superato quota 108,6 milioni di euro.