Due mesi circa non solamente di regime sanitario vissuti tra Concordia Hospital e Mater Misericordiae in Roma, ma anche di conoscenza e di dialogo con quella generazione Z incontrata negli spazi socio-culturali quasi giornalieri. Sono i giovani nati dal 1995 a seguire, una moltitudine di studenti, attivisti, militanti, divulgatori, creatori, interpreti. Occorre ascoltarli per capire chi sono, stare con loro per comprendere il futuro che indicano, seguire i loro dibattiti e le loro indicazioni sul clima, sui diritti degli italiani senza cittadinanza, sullāistruzione scolastica, sul lavoro, sulla visione di una migliore universitĆ .
Eā la generazione che scende sulle piazze, ragazze e ragazzi che alzano la voce e protestano, si fanno carico di sostenere i valori e i diritti nei quali credono, si dedicano a prestare aiuto soprattutto a chi sta peggio, si danno da fare perchĆ© nessuno resti indietro. Dalle loro idee ĆØ nata lāAgenda Generazione Z con piani e progetti sullāeconomia, con proposte di sviluppo sociale e industriale, con una visione nuova sulla scuola che non li segue piĆ¹ e nemmeno li capisce. Per cui organizzano corsi di formazione, riunioni, dibattiti. I loro discorsi trattano il futuro della nostra societĆ , di un tempo che inizia sempre domani e continua sullāavvenire, sul prossimo. Magari sono sogni e ideali, perĆ² avverti che quelle possibilitĆ e quella societĆ che questi ragazzi vedono in lontananza prospettano una vita migliore, mentre ti convinci che non possiamo andare avanti nella storia con gli attuali schemi ed elementi vecchi e antiquati.
Eā del tutto evidente che la generazione Z parla al Governo che verrĆ il 25 settembre, ai deputati e senatori che avranno il compito di dare un volto nuovo e diverso alla XIX legislatura. PerchĆ© anche i senatori saranno per la prima volta eletti dai diciottenni in quel 25 settembre che non avrĆ prosieguo il lunedƬ seguente. E mentre questa generazione Z guarda lontano al futuro, la campagna elettorale presenta loro gli intramontabili e redivivi politici di professione, le stesse facce retrĆ², i volti del passato che sembravano andati via.
Chi sperava nel rinnovamento deve rassegnarsi: tutto ĆØ un dejĆ vĆ¹, che dura da trentāanni. Si rivedono le macchiette e gli urlatori che questa volta ambiscono a entrare nel Governo, visto un certo vento che spira nel Paese incapace di avviare un vero rinnovamento. CosƬ nel 2022 pare di vivere una campagna elettorale degli anni ā90. Infatti non manca la scrivania del ācaimanoā con i soliti tre fogli bianchi in mano. CāĆØ pure Giulio Tremonti con la sua āfinanza creativaā ovvero debiti che pagheranno le future generazioni. E ci sono Ignazio Benito Maria La Russa (provenienza Fronte della GioventĆ¹ del MSI) e Maurizio Gasparri (giĆ ministro inconsapevole per Storace), Renato Schifani in Sicilia, Daniela SantanchĆØ ricandidata in altro partito piĆ¹ idoneo alla sua carriera, e Pier Ferdinando Casini e Emma Bonino su altre sponde. La ciliegina ĆØ il senatur Umberto Bossi, capolista a Varese, provenienza 1987, con lāimmancabile Calderoli Roberto studioso di tattiche ad usum delphini.
PiĆ¹ di qualcuno li chiama ācariatidiā, altri āfossiliā, di certo non si pensava che il āritorno al futuroā potesse arrivare nel 2022 con le stesse facce e addirittura gli stessi argomenti in campo. Non cāĆØ da meravigliarsi, dunque, se la generazione Z non li capisce e pensa che la macchina del tempo in questo Paese sia veramente guasta.
– Franco Iorio –Ā