Controlli a tappeto dell’ARPAC nei giorni scorsi nel Vallo di Diano per verificarne lo stato di salute ambientale attraverso campionamenti di acque superficiali, sotterranee e sedimenti fluviali. L’attività prende il via dopo il pressing di RESTA – Rete Ecologia Salute Territorio e Antimafia, nata il 25 aprile 2021 in seguito alle operazioni Shamar e Febbre dell’Oro nero che hanno interessato il Vallo di Diano. Due inchieste che riguardano lo sversamento illecito di rifiuti, il contrabbando di idrocarburi e criminalità organizzata.
Nella consapevolezza che è compito anche della società civile stimolare azioni tese alla tutela della salute e dell’ambiente, RESTA ha seguito e sollecitato l’intervento delle Autorità competenti e delle istituzioni locali e territoriali affinché realizzassero dei mirati prelievi ambientali che potessero valutare parametri specifici del territorio, fungendo da riferimento per conoscere il livello attuale di inquinamento di diverse componenti ambientali: acqua, aria, suolo, biodiversità, fattori climatici.
“Se c’è volontà e impegno – fanno sapere da RESTA – si riesce a lavorare in sinergia e si può rinsaldare il rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini, sempre più compromesso dall’indifferenza e dal disinteresse di entrambi. Inoltre, questa è un’occasione per capire come un principio normativo senza cittadinanza attiva rimane lettera morta: dobbiamo assumerci tutti le nostre responsabilità definendo modalità di azione condivise. Immaginare un rapporto tra cittadini, associazioni e istituzioni facendo leva sulla motivazione civica può portare al soddisfacimento effettivo del fabbisogno territoriale attraverso misure e interventi che hanno un reale impatto sulla vita dei cittadini. Alla luce di questa esperienza, affermiamo con convinzione che la pratica della cittadinanza consapevole, informata e partecipe può portare a risultati per il benessere dell’intera comunità“.
“Non bastano le vetrine politiche che vediamo spesso lucidare per fissare il riflettore su finte conquiste istituzionali – concludono -. Oggi più di ieri la politica di tutti i livelli deve mettersi sullo stesso piano della società civile e dei corpi intermedi costruendo la società insieme. Ricostruire questo legame può permeare la cultura interna delle istituzioni mettendo queste ultime nella posizione di mantenere quel rapporto e rispettarlo: ci sono molte occasioni perse da recuperare, ma si può fare!“.