“L’incendio delle ecoballe provenienti dalla Tunisia, già rimpatriate dal porto di Sousse, è l’emblema dell’emergenza del ciclo dei rifiuti in Campania che più che ciclo diventa, ogni giorno, un labirinto oscuro. Siamo davanti ad una vicenda triste e piena di ombre che puzza, più dei rifiuti stessi, di malaffare. Dietro quelle fiamme si nascondono mani criminali, disattenzioni, opacità e responsabilità di chi doveva rispettare i tempi e controllare”.
E’ quanto afferma il presidente di Legambiente Campania Mariateresa Imparato dopo il rogo sviluppatosi ieri pomeriggio nell’area militare di Persano. In fumo sono andate diverse tonnellate di rifiuti raccolti nelle ecoballe, circa 6mila tonnellate rientrate dalla Tunisia.
“Di na cosa siamo convinti: ancora una volta a pagare le inefficienze sono i cittadini, l’ambiente e le comunità. È tempo di ecogiustizia: accertare le responsabilità e subito i danni ambientali, rimuovere appena possibile quello che rimane delle ecoballe e garantire in tempi certi la bonifica. Basta con la politica del rattoppo. E Legambiente rilancia allarma sugli incendi agli impianti di trattamento, siti di trasferenza, smaltimento e recupero: in Campania da gennaio del 2013 si contano 177 incendi, il 12% del totale nazionale, seconda regione dopo la Sicilia con 208. Un numero rilevatore delle fragilità del sistema, dovute soprattutto alla mancanza di impianti di trattamento e riciclo, in particolare al Sud. Sostituiti da capannoni industriali presi in affitto o recuperati da procedure fallimentari, riempiti illegalmente di rifiuti e poi sistematicamente incendiati, con gravi danni ambientali e seri rischi per la salute dei cittadini” conclude.
Inoltre è stata convocata, per le ore 15, presso la Prefettura di Salerno una riunione a cui parteciperanno i sindaci dell’area interessata dall’incendio. Intanto è in corso nel territorio di Persano il monitoraggio di diossine e furani dispersi in atmosfera, effettuato con un campionatore ad alto volume di aria installato nell’area interessata dall’incendio. Nella zona Arpac ha installato anche un campionatore per il monitoraggio del particolato e sta valutando la collocazione, nelle prossime ore, di ulteriore strumentazione nel territorio potenzialmente impattato dalle conseguenze ambientali dell’evento.
In base ad una prima osservazione dei tecnici del dipartimento Arpac di Salerno, i fumi si sono propagati prevalentemente in direzione del mare e l’incendio ha coinvolto rifiuti provenienti da impianti di selezione già oggetto di spedizione transfrontaliera e rientro in Italia.
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