Superare l’emergenza significa mettere in sicurezza gli italiani per far ripartire il Paese. Su questo presupposto si fonda il Piano vaccinale messo a punto dal Generale Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza Covid, che, in armonia con il Piano strategico nazionale del Ministero della Salute, identifica le linee operative da seguire per completare al più presto la campagna vaccinale. Capillarità e spinta sulla distribuzione e somministrazione sono i capisaldi necessari per dare nuovo impulso alla campagna vaccinale. Il Piano prevede il massimo coinvolgimento dell’intero Sistema Paese.
Identifica i presupposti per la condotta di una campagna vaccinale rapida, mediante efficace e puntuale distribuzione dei vaccini, costante monitoraggio dei fabbisogni e degli approvvigionamenti e incremento della capacità giornaliera di somministrazione. Il rateo ideale da raggiungere, a regime, è stimato in almeno 500mila somministrazioni al giorno per raggiungere la vaccinazione di massa (almeno l’80% della popolazione vaccinata) entro il mese di settembre.
L’ampliamento della platea dei vaccinatori si realizza dando impulso all’Accordo per impiegare i medici di medicina generale (fino a 44mila), ricorrendo agli odontoiatri (fino a 60mila), impiegando i medici specializzandi, a seguito dell’Accordo raggiunto tra Governo, Regioni e associazioni di categoria (fino a 23mila) e ricorrendo ai medici della Federazione Medico Sportiva Italiana – CONI, impiegando i medici competenti dei siti produttivi e della grande distribuzione, ricorrendo ai medici convenzionati ambulatoriali e pediatri di libera scelta, con la prosecuzione dell’assunzione di medici e infermieri a chiamata, che si aggiungeranno agli attuali 1.708 ad oggi già operativi, con il coinvolgimento dei farmacisti e utilizzando tutte le ulteriori potenzialità discendenti da accordi.
Oltre alle strutture sanitarie attualmente operanti, alle caserme del comparto Difesa e Sicurezza e agli altri centri vaccinali attivi, anche i siti produttivi, la grande distribuzione, le palestre, le
scuole, le strutture di associazioni o della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) potranno essere utilizzati per allestire punti di vaccinazione, nel rispetto delle priorità del Piano strategico nazionale del Ministero della Salute.
Tra le ipotesi di pianificazione è stata considerata una progressione della capacità vaccinale dalle 170mila somministrazioni medie giornaliere (registrate dal 1° al 10 marzo) fino ad almeno 500mila entro il mese di aprile, non sono state considerate riduzioni di approvvigionamento di vaccini, è stato considerato un tasso costante di adesione al vaccino nel tempo da parte dei cittadini e il worst case scenario è stato calcolato considerando per tutti la doppia somministrazione (non prevista per il vaccino Johnson&Johnson). Il totale della popolazione vaccinabile (over 16) è pari a poco meno di 51 milioni ed è stata considerata l’immunità di gregge con tre possibili soglie (80 – 70 – 60 %), calcolata su tutta la popolazione (anche under 16).
Sono allo studio soluzioni informatiche, da attuare in tempi brevi, che integrino appieno le funzionalità dei sistemi, coinvolgendo i sistemi informativi regionali, Poste Italiane e il sistema Tessera Sanitaria, al fine di ampliare le funzionalità relative alla prenotazione e alla somministrazione dei vaccini nell’ottica di incrementare progressivamente i punti vaccinali garantendo la circolarità delle informazioni.
Inoltre sarà fornita a breve un’indicazione da parte della struttura commissariale per l’emergenza Covid per evitare il rischio dello spreco di dosi. L’ipotesi è quella di chiedere alle Regioni liste di riserva in caso di rinuncia alla somministrazione da parte di singoli cittadini. In quel caso sarà contattato all’ultimo minuto, per l’inoculazione sostitutiva, un altro paziente che era in lista nei giorni successivi e che ne ha diritto. Il sistema sarà comunque valutato caso per caso in ogni regione.
– Chiara Di Miele –