Il 24 febbraio di un anno fa, alle 5.30 del mattino inizia l’invasione Russa nel territorio ucraino. “Un’esercitazione” diceva Putin solo qualche giorno prima, quando si notavano carri armati schierati lungo i confini della Bielorussia: 2 ore e mezza dopo, una trentina di elicotteri arrivano nel cielo dell’aeroporto di Hostomel, a nord di Kiev, non lontano dai palazzi presidenziali. Gli ucraini li stanno attendendo ed è un massacro. L’intelligence USA aveva già avvisato quella ucraina.
Al di là degli schieramenti mondiali, della partecipazione della NATO, dell’ingresso dell’Ucraina in Europa, dell’invio costante di armi da parte dell’Italia che ne è pure produttrice, vogliamo porre l’attenzione su tutti quei civili che si trovano innocentemente coinvolti nel conflitto bellico.
Da quel 24 febbraio 2022 si stimano 350mila morti, tanti gli sfollati, moltissime le persone che hanno abbandonato l’Ucraina in cerca di sostegno negli Stati limitrofi, lasciando spesso gli affetti.
Quella che vogliamo raccontare è la testimonianza di Vittoria, madre di due bimbe di 7 e 11 anni, che attualmente vive in Austria.
“Abbiamo lasciato la nostra casa a Kiev il 24 febbraio dello scorso anno, quando le bombe hanno iniziato ad esplodere. – dice al telefono, raggiunta da Ondanews – Adesso viviamo in Austria e dividiamo la casa con un’altra donna ucraina e i suoi due bambini. E’ molto dura stare qui, tuttavia mi sento supportata e sono grata a questa nazione e alla sua gente che mi ha accolto. Ancora non riesco a lavorare perché non conosco il tedesco; sto frequentando delle lezioni di lingua per inserirmi”.
Vittoria ha lasciato Irpin, sobborgo di Kiev (visitato anche dal Presidente Meloni durante il suo viaggio istituzionale in Ucraina), altra città simbolo perché qui i russi hanno bombardato con i mortai, uccidendo molti civili.
Il marito, Ufficiale militare di riserva, è rimasto a difendere la Patria.
“Insieme con le mie figlie, prima dell’inizio del nuovo anno, abbiamo raggiunto l’Ucraina per far visita a mio marito e capire se fosse possibile tornare a casa nostra. – racconta Vittoria – Quando le mie figlie hanno sentito il rumore della sirena si sono spaventate moltissimo quindi ho capito che era troppo presto per restare. I miei genitori e molti miei amici stretti sono rimasti a Kiev: quando avvertono il suono della sirena scendono nei rifugi antiaereo”.
Nell’ “operazione militare speciale”, come amano definirla i russi, hanno perso la vita alcuni familiari di Vittoria: “Mio marito ha una famiglia numerosa che vive nella parte occidentale dell’Ucraina e quattro membri sono già morti. Due nipoti e due cugini hanno perso la vita in guerra, combattendo come soldati”.
Molti sono gli sfollati e tante le persone che hanno lasciato l’Ucraina per restare al sicuro. “Ti racconto ad esempio di una mia carissima amica a cui la casa è stata distrutta da un missile russo. – prosegue Vittoria – Fortunatamente era nascosta nel rifugio antiaereo e si è salvata. Ora si trova in Romania, ma vuole tornare in Ucraina”.
Rispetto ai terribili racconti di morti e di “esiliati” viene spontaneo chiederle un suo parere circa l’operato di Zelensky.
“Io e la mia famiglia confidiamo molto nel nostro Presidente e nel suo entourage. – afferma – Li supportiamo quanto più possiamo, così come cerchiamo di elargire donazioni a sostegno dei volontari e del comparto armato. Torneremo in Ucraina quando vinceremo la guerra e quando il nostro Presidente ci dirà che sarà abbastanza sicuro rientrare e il nostro cielo sarà sotto buona protezione dall’attacco missilistico”.
Le chiediamo se vuole mandare un messaggio agli europei. “Il messaggio principale è che la Russia è uno Stato terrorista. – risponde Vittoria – Per favore, non credete alla loro propaganda e non smettete mai di sostenere l’Ucraina. Quello che noi vogliamo è tornare in Ucraina e vivere la nostra vita come facevamo prima che la Russia iniziasse a bombardare le nostre case”.