Oggi il mondo si colora di viola, il colore della battaglia per la vita che viene portata avanti per tutti i bimbi nati pretermine. Ogni anno, infatti, il 17 novembre si celebra la Giornata mondiale della Prematurità.
Lo scopo della Giornata, durante la quale il mondo rende omaggio ai bambini prematuri e alle loro famiglie, è sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione del parto prematuro e sul percorso di crescita dei bambini che alla nascita sono ricoverati in un reparto di Terapia Intensiva.
Ogni anno nel mondo nascono circa 15 milioni di neonati prematuri (prima della 37esima settimana di gestazione). I pretermine hanno bisogno di cure ed attenzioni particolari, fornite da personale medico ed infermieristico altamente specializzato. La qualità dell’assistenza è infatti in grado di influenzare significativamente e positivamente la sopravvivenza e la futura qualità della vita di questi preziosi neonati.
Sono 2514 i nati prematuri in Campania nel 2021 su 44.275 parti, di questi 354 i bambini nati addirittura prima della 32esima settimana di gestazione.
“L’abbraccio di un genitore: una terapia potente. Sostenere il contatto pelle a pelle fin dal momento della nascita”: questo il tema scelto per il 2022, lanciato da EFCNI e sostenuto con forza dalla Società Italiana di Neonatologia e da Vivere Onlus Coordinamento Nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, che ribadiscono l’importanza del coinvolgimento attivo e della vicinanza dei genitori nella cura dei neonati prematuri.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Lia Faiella, Neonatologo presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Evangelico “Betania” di Napoli, Responsabile del Servizio di Day Hospital Follow Up Neonatale e socio della Società Italiana di Neonatologia.
- Dottoressa quali sono, innanzitutto, i fattori di rischio che portano ad un parto prematuro?
La fecondazione assistita con gravidanze non singole, l’età materna, patologie come ipertensione, diabete, cardiopatie congenite. In realtà sarebbe auspicabile che laddove esista un problema si proceda ad inviare tempestivamente la mamma in un centro di gravidanza a rischio dove possa essere inquadrata. La cosa peggiore per un prematuro è arrivare in caso di emergenza in un Pronto Soccorso senza che la mamma debba rispondere a domande che le vengono poste legittimamente prima che magari venga operata. Spesso si arriva all’assurdo operando in emergenza donne di cui non si sa nemmeno il gruppo sanguigno. Sarebbe auspicabile che, qualora ci fosse un segno che dice che la gravidanza non è più fisiologica, ci si affidi ad un centro dove può essere seguita anche gratuitamente, mantenendo un rapporto anche con il ginecologo di fiducia. Nel frattempo si ha già un carteggio che riguarda la paziente ponendola così in una situazione di sicurezza piuttosto che farla arrivare con un’ambulanza a sirene spiegate nella notte. Le donne devono sapere che il parto va espletato in un ospedale dove ci sono attrezzature, che nelle cliniche spesso mancano, e che sia presente sempre una Terapia Intensiva Neonatale. Ma questo vale anche per un neonato nato a termine che ha diritto, in caso di un problema, ad essere assistito tempestivamente senza disagi e senza comprometterne la sopravvivenza.
- Quali sono i pericoli nei quali i bambini nati prematuri potrebbero incorrere?
I pericoli sono legati sicuramente all’immaturità degli organi interni: respiratorio, cardiaco, cerebrale, termico. Un neonato pretermine che perde un grado di temperatura vede la sua sopravvivenza compromessa del 25%. Se non assistito e aiutato in tutti i suoi parametri da mani esperte vede ridotte le sue potenzialità di sopravvivenza e rischia di non dare alla società un piccolo che sia paragonabile a quelli nati a termine. Le cure devono essere altamente specializzate.
- Quali sono le priorità per migliorare l’assistenza del neonato a rischio in Terapia Intensiva Neonatale?
La priorità è consentire ai genitori di partecipare a tutte le fasi dell’assistenza del proprio bambino. Noi accompagniamo le famiglie nel percorso: gestire l’alimentazione, cambiare un pannolino di questi esseri minuscoli, abituare un poco alla volta a prendere il contatto. Quando la coppia entra in Terapia Intensiva spesso è spaventata: vedere un prematuro non è una cosa semplice, è lontano dal bambino immaginato. Il tutto è terrorizzante ma stare insieme, vivere insieme e vedere il piccolo rafforza il legame e crea la famiglia. E’ questo che noi facciamo: coinvolgere i genitori nei progetti terapeutici ed assistenziali dei figli. Il genitore deve essere considerato risorsa per il reparto defaticando così il lavoro del personale che non può, ovviamente, avere un rapporto unico con ogni piccolo paziente. Le TIN devono essere aperte 24 ore su 24: non deve esistere l’apertura solo per mezz’ora perché i bambini hanno bisogno della mamma e del papà.
- Cosa occorre affinché l’assistenza di un prematuro sia efficace?
Innanzitutto la tecnologia. Occorre che questi bambini vengano al mondo in posti dove è consuetudine una simile situazione: più piccoli nascono in un centro e più si affinano le tecnologie e quindi si è più bravi in alcune procedure che aiutano nella sopravvivenza. Nei nostri reparti esiste la golden hour, la cosiddetta oro d’oro, nel senso che il prematuro deve trovarsi in un’incubatrice assistito in tutti i suoi bisogni a un’ora dalla nascita. Questo dal punto di vista della letteratura scientifica è considerato il primo step per la sopravvivenza del bambino. Necessario, quindi, avere sala parto e camera operatoria molto vicine alla TIN: questo fa in modo che si faccia tutto in poco tempo. Appena il bambino è stabilizzato, poi, è necessario far entrare i genitori e renderli partecipi del processo di cure. Dobbiamo essere sinceri e speranzosi: illustrare, quindi, il percorso, le difficoltà e lavorare un poco alla volta. Dare speranza è necessario per trasmettere la sicurezza ai genitori di essere nel posto migliore per il loro piccolo. Questo crea il rapporto tra la coppia genitoriale ed il reparto.
- La Giornata mondiale serve a far conoscere questa realtà. Quali le finalità?
Qualche sera fa su Rai 3 mi ha fatto piacere vedere Mauro Corona intervistato da Bianca Berlinguer con una maglietta che sensibilizza sul tema della prematurità. E’ una cosa che mi ha emozionata e fa riflettere sui passi fatti. Quando ho iniziato a fare la Neonatologa, circa 30 anni fa, facevo i cappellini a maglia monouso per i piccolini. Oggi c’è un mondo dietro fatto di cure, di tecnologie. Dobbiamo sempre più, accanto alla tecnologia, essere consapevoli del ruolo dei genitori, che devono essere i primi portatori sani di luce, suoni, voci che riportano il bimbo in una sfera sua, lontano da monitoraggi e tubicini. Soprattutto occorre riflettere su come migliorare ancora.
- L’abbraccio è il tema scelto nel 2022.
L’abbraccio ci trasmette le energie e quelli belli si ricordano per tutta la vita. Questo devono fare i genitori: consolare nei momenti di solitudine e, a loro volta, ricaricarsi. I bambini devono stare in braccio alle mamme quando questo è possibile. Alla Società Italiana di Neonatologia abbiamo inviato la foto della nostra piccola di 25 settimane, 700 grammi, i cui genitori erano li che l’abbracciavano. Lei ha aperto gli occhi cercando di strapparsi il sondino: erano felici e noi anche perché questo deve essere il clima in una Terapia Intensiva Neonatale. Si lavora tutti: genitori, medici, infermieri per un unico obiettivo. Il nostro lavoro è tecnologico ma anche emozionale perché per quanto possiamo abituarci ogni storia ci rimane nel cuore.