L’Associazione Liberiamo la Basilicata (LLB) e il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus (APB) hanno presentato al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Francesco Curcio, la denuncia penale per l’estrazione di enormi quantità di petrolio dalle falde acquifere che “i responsabili di Eni e Shell stanno effettuando da oltre 7 anni (2017-2024) con molteplici idrovore e pompe sommerse coperte, operanti a tutta forza (h24) nella vasta area esterna al Centro Oli Val D’Agri-COVA”.
Nella denuncia si parla di danneggiamento della salute sia degli abitanti del Sud Italia, fruitori delle acque potabili provenienti dalle falde acquifere inquinate e collegate all’importante invaso del Pertusillo (avente capacità di 155 milioni circa di metri cubi di acqua a servizio di milioni di abitanti delle regioni Puglia, Campania e Calabria, confinanti con la Basilicata) sia dei consumatori fruitori di alimenti e prodotti agricoli lavorati con le acque provenienti da queste falde inquinate.
Gli organismi lucani hanno chiesto al Procuratore della Repubblica di verificare se i fatti da loro rappresentati configurino “il compimento di reati da parte dei vertici e dirigenti di Eni e Shell e da parte di chiunque altro dovesse essere ritenuto penalmente responsabile dalla Autorità giudiziaria, anche sotto il profilo della mancata o carente vigilanza istituzionale”.
“La denuncia fa seguito alle risultanze dell’udienza pubblica del giudizio penale tenuta il 6 marzo scorso innanzi al Tribunale Collegiale di Potenza, presieduto da Rosario Baglioni, durante la quale Bruno Grego, l’esperto incaricato nel marzo-ottobre 2017 dalla Procura di Potenza, aveva confermato la fuoriuscita incontrollata e perdurante nel tempo del petrolio in Val D’Agri e nella vasta area esterna del Centro Oli di Eni-Shell per la quale l’Associazione Liberiamo la Basilicata e il Comitato Aria Pulita Basilicata Onlus avevano auspicato lo svolgimento di nuove ed approfondite indagini per appurare se gli effetti della contaminazione di suolo, sottosuolo ed acque superficiali e profonde, causati dalle attività estrattive del petrolio da parte di Eni-Shell, potessero dirsi ancora presenti”, spiegano nella denuncia.
La denuncia penale è a disposizione dell’opinione pubblica sul sito www.ariapulita.eu e chiunque può sostenerla presentando al Procuratore della Repubblica di Potenza autonoma denuncia individuale o familiare (o con altra/e persona/e) anche in base allo schema di denuncia consultabile nella sezione “Denunce” del sito.