Come spesso si afferma: molti proverbi hanno un fondo di verità . Ne sono convinti anche i cardiologi dell’Università di Oxford che nel corso del congresso annuale della Società Europea di Cardiologia, tenutosi a Barcellona, hanno confermato che il consumo quotidiano di frutta taglia il rischio di malattia cardiovascolare dal 25 al 40%.
I risultati sono stati raccolti in uno studio condotto in Cina, su un campione di oltre 450mila partecipanti provenienti da aree urbane o rurali, consumatori abituali o meno di frutta non sottoposti ad alcuna terapia anti-ipertensiva.
Si è osservato che mangiare frutta fresca può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, incluse l’ischemia e l’ictus emorragico e che questo effetto aumenta proporzionalmente alla quantità consumata. L’ideale, per la salute del cuore, si legge nello studio, sarebbe consumare tutti i giorni almeno una porzione e mezza di frutta, pari a 150 grammi.
In un’analisi separata su oltre 60 mila cinesi ipertesi con malattie cardiovascolari o ipertensione, il consumo quotidiano di frutta fresca ha inoltre dimostrato di tagliare il rischio di morte del 32%, da un -27% per gli infarti a un -40% per gli ictus. Quindi i risultati provano che mangiare frutta ogni giorno produce effetti benefici sia nei sani, sia negli ipertesi o nei cardiopatici.
Già un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, in uno studio pubblicato sul British Medical Journal, erano giunti alla conclusione che mangiare ogni giorno una mela protegge la salute di cuore e arterie tanto quanto assumere quotidianamente statine, i farmaci più utilizzati per ridurre il rischio cardiovascolare.
Essi hanno calcolato quanti decessi per cause cardiovascolari, come infarti e ictus, potrebbero essere evitati se gli ultracinquantenni mangiassero tutti i giorni una mela. I risultati parlano chiaro: nel solo Regno Unito la buona abitudine di consumare una mela al giorno aiuterebbe ad evitare ogni anno 8.500 decessi per problemi cardiovascolari, numero non tanto diverso dai 9.400 decessi che si potrebbero evitare se l’assunzione di statine fosse prescritta a partire ai 50 anni anche a chi attualmente non è in terapia con questi farmaci.
 Bibliografia: www.lastampa.it – www.ok-salute.it – www.ilsole24ore.it
 Farmacia 3.0 – Rubrica a cura del dott. Alberto Di Muria